Un caso analogo a Venezia, con due cittadini francesi. L'assicurazione di un ospedale milanese ha riconosciuto come «congiunta» la compagna di una donna morta per cure errate.
(Il Corriere della Sera) Una donna è stata risarcita dall'assicurazione di una struttura ospedaliera milanese per la morte della compagna, vittima di un errore di cura. Lo riferisce il portavoce del tavolo Lgtb (Lesbico gay bisessuale transgender) del Pd, Marco Volante. Si tratta di un caso simile a quello reso noto alcuni giorni fa a Venezia, dove un ottantenne francese ha ottenuto un indennizzo per la morte del compagno in un incidente stradale. «La scorsa primavera a Milano - ha affermato Volante - un'altra grande compagnia assicurativa ha concordato transattivamente un risarcimento di danni morali e patrimoniali patito da una donna, convivente da più di 20 anni, per la morte della compagna a causa di un errore di cura. L'assicurazione dell'ospedale ha liquidato alla donna, assistita dai legali Granata e Arrigoni del Foro di Milano, il danno in via stragiudiziaria senza pretendere altra documentazione che quella comprovante l'effettiva convivenza».
RISARCIMENTO CONGRUO - «Non possiamo riferire né il nome della compagnia assicuratrice né quella dell'ospedale, che comunque è una struttura pubblica molto nota - ha detto il legale Elisabetta Arrigoni -. Possiamo dire che il risarcimento è stato congruo, esattamente come se si fosse trattato di una coppia cosiddetta normale». A differenza della coppia francese, che aveva contratto una forma di unione in Francia, le due donne, precisa Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, «non avevano alcun titolo neppure contratto all'estero, in quanto in Italia non esiste una legge che riconosca diritti e dovere alle coppie». «L'assicurazione - commenta Mancuso - ha deciso che si trattava comunque di una comunione morale e patrimoniale, ritenuta come essenziale per considerare due persone come prossimi congiunti meritevoli del risarcimento».
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