Sgarbi rinuncia a Milano e resta in Sicilia, a Salemi dove è stato eletto sindaco un mese fa. Ma, ci tiene a sottolinearlo, a testa alta: “Ho verificato l’incompatibilità fra due alte cariche nello stesso ordine di amministrazione”. “La soddisfazione di essere riabilitato nella funzione di assessore alla Cultura del Comune di Milano, con l’annullamento del provvedimento del sindaco da parte del Tar, e la prospettiva delle importanti iniziative che quel ruolo consente di realizzare, in una città ricca di potenzialità e di entusiasmo” spiega Sgarbi “non può prevalere sulla responsabilità di aver assunto il nuovo impegno di sindaco di Salemi, eletto direttamente dai cittadini che non è in alcun modo consentito deludere anche di fronte all’inatteso e gradito colpo di scena che mi riporta alla situazione di 3 mesi fa”.
Tutti felici e contenti, quindi? Sgarbi ha ottenuto la vittoria di facciata e Letizia Moratti avrà tirato un sospiro di sollievo e potrà chiudere le sessioni estive del consiglio comunale in tranquillità. Ma occhio al critico, imprevedibile, come sempre. Milano gli è rimasta sullo stomaco e lascia intendere che il suo rapporto con la città potrebbe non finire qui: “Scelgo dunque Salemi con assoluta convinzione, ma non rinuncio alla prospettiva di un ritorno a Milano, a pieno regime, non in virtù di una sentenza riparatrice del Tar, ma attraverso libere elezioni” conclude Sgarbi.
“Il ruolo di Presidente della Provincia o di Assessore (le elezioni sono tra un anno, ndr) è perfettamente compatibile, nella diversità delle amministrazioni, con il ruolo di sindaco. Il ritorno, così clamorosamente annunciato in questi giorni, è dunque soltanto riandato. A presto arrivederci”. Chilometri permettendo.
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