L'avvocato: ho scritto alle Generali, non c'è stato bisogno di una causa. La transazione dopo la morte del compagno per incidente a Venezia. L'accordo raggiunto qualche giorno fa, il «vedovo» ha lasciato Venezia ed è tornato a vivere in Francia.
(Elvira Serra - Il Corriere della Sera) Il messaggio in segreteria telefonica non è stato cambiato: «Ciao, siamo Georges e Marcel, in questo momento non possiamo rispondere... ». Georges e Marcel, fino a sei mesi fa, erano una coppia omosessuale ultrasettantenne che si amava da quarant'anni e che in Francia, dove risiedeva, aveva legalizzato l'unione con il Pacs. A gennaio Georges Gaston Lillemant è stato travolto e ucciso da un automobilista al Lido di Venezia, dove si era trasferito con il compagno ormai da tempo, fin dalla pensione, per trascorrere la maggior parte dell'anno. Due uomini amanti dell'arte e della cultura: ex capoufficio alle Poste francesi Marcel, ex dirigente in una impresa privata Georges. Sempre insieme ai vernissage, alle mostre, alle cene con gli amici. Discreti e solidali.
Generali, la compagnia assicurativa dell'investitore, ha riconosciuto Marcel come «prossimo congiunto» di Georges e per il danno morale subìto gli ha versato un risarcimento «assolutamente congruo ». La transazione è avvenuta qualche giorno fa. E il «vedovo» ha appena lasciato la casa nella Laguna per ritornare in Francia: «Troppi ricordi qui».
Augusto Palese, l'avvocato del foro di Venezia che è stato nominato dall'Associazione familiari vittime della strada per seguire il caso, è molto soddisfatto. «Non è stata necessaria una sentenza, l'assicurazione ha riconosciuto senza obiezioni il mio ragionamento: se l'incidente fosse avvenuto in Francia, dove la coppia aveva contratto il Pacs, il convivente sarebbe stato risarcito. Poiché le Generali sono presenti anche lì, il caso andava equiparato a quanto già previsto dalla stessa compagnia Oltralpe. E la direzione italiana, infatti, ha accolto positivamente la mia istanza», spiega. Aggiungendo che «il risarcimento è stato assolutamente congruo in relazione alla dinamica dell'evento e senza alcuna discriminazione sulle tendenze sessuali: sarebbe stato inammissibile un risarcimento di serie A e uno di serie B».
«Niente potrà ridarci Georges, con il quale ho trascorso tanto tempo apprezzandone l'intelligenza e la gentilezza», racconta Pierina Guerra, presidente della sezione veneta dell'Associazione dei familiari che ha promosso l'iniziativa legale. «Però per noi è una grande vittoria, e costituisce un precedente unico in Italia », prosegue.
Anche Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay, manifesta entusiasmo. «Si tratta di una decisione importantissima, che dovrebbe essere seguita da tante imprese, banche, assicurazioni italiane. In questo senso chiederemo alle aziende di riconoscere il nostro registro autogestito dei gay, che partirà in settembre, per accordare alle coppie omosessuali regolarmente iscritte gli stessi benefit di quelle eterosessuali».
Tuttavia l'onorevole Franco Grillini, ora presidente di Gaynet-Associazione gay d'informazione, è prudente. «La decisione delle Assicurazioni Generali è certamente un segno di intelligenza e di sensibilità. Ma va ridimensionata per due motivi». Il primo: «L'assicurazione è un'azienda privata e può fare quello che vuole». Il secondo: «I due conviventi della vicenda sono tutelati dalla legge francese. La compagnia non ha fatto altro che applicare regole già previste, tenendo conto del grande exploit avuto dai Pacs in Francia. Semmai sarebbe ora che il nostro parlamento discutesse di questa materia».
Che si possa quindi parlare di «precedente» per l'Italia è tutto da verificare. La compagnia, del resto, ha commentato la notizia con poche parole: «Evidentemente è stato ritenuto dai nostri tecnici che ci fossero i presupposti di risarcibilità che hanno condotto ad una transazione».
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