Per Parigi rimane celibe e deve rinunciare a passaporto.
(Apcom) Frederic Minvielle, nato 37 anni fa nella località di Lorient, si è visto ritirare la cittadinanza francese dopo essersi sposato - legalmente - nei Paesi Bassi con il suo compagno, di nazionalità olandese. La faccenda sembra puramente burocratica ma è indizio dei molti problemi cui vanno incontro gli omosessuali i cui matrimoni contratti in Belgio, Olanda e Spagna non vengono riconosciuti negli altri paesi dell'Unione.
In Francia esistono i "Pacs", i patti civili di solidarietà per i conviventi anche gay; ma non il matrimonio. Minvielle, sposandosi, nel 2006 ha assunto la cittadinanza olandese. Se avesse sposato una donna non vi sarebbero stati problemi burocratici. Infatti in base alla convenzione in vigore tra Francia e Olanda è possibile mantenere una doppia cittadinanza solo in caso di matrimonio (eterosessuale): in tutti gli altri casi chi acquista una nazionalità perde automaticamente l'altra.
E siccome, come ricorda il quotidiano francese Liberation, la Francia non riconosce le unioni omosessuali sancite all'estero, Minvielle di fatto si è trovato a non essere più francese. Con perdita del diritto di voto.
Quando si è recato al consolato per iscriversi nel registro elettorale Minvielle - che per la legge francese rimane celibe - si è visto chiedere la restituzione dei propri documenti. Cosa che si è rifiutato di fare: "Ho avuto l'impressione di essere stato rinnegato dal mio Paese, dalle mie radici, dalla mia eredità: sono stato trattato come un criminale e non ho fatto nulla di male".
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