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martedì 15 gennaio 2008

Gli stucchevoli preti televisivi. Il prete buono e quello traviato per la fiction è tempo di tonache.

Terence Hill è di nuovo "Don Matteo", su RaiUno dal 17 gennaio. Gabriel Garko sacerdote sexy e noir in "Io ti assolvo" su Canale 5. Mediaset sperimenta il thriller-mistery "un po' Hitchcock un po' Dario Argento". Al fianco del prete-detective di Gubbio non c'è più Insinna ma Simone Montedoro.

(Alessandra Vitali - La Repubblica) IN comune hanno soltanto lo sfondo, la provincia italiana, tranquilla e pigra in un caso, tranquilla e torbida nell'altro. Per il resto, i due preti che in questi giorni fanno la loro comparsa sul piccolo schermo non potrebbero essere più diversi. Uno è diventato un'icona pop, sfreccia per Gubbio in bicicletta e mette il suo intuito formidabile al servizio della giustizia.

L'altro è un prete dai trascorsi torbidi che non ha chiuso i conti col passato. Uno è un eroe del cinema italiano anni Settanta, l'altro è un sex symbol del cinema e della tv degli anni recenti. Terence Hill torna (dal 17 gennaio) su RaiUno nei panni di Don Matteo, sesta serie delle avventure del prete-detective amato dal pubblico e benedetto dagli ascolti (in passato ha avuto la meglio anche su Eyes Wide Shut, 19,89% di share contro il 17,86% ottenuto da Canale 5 con il film di Stanley Kubrick), mentre sull'ammiraglia Mediaset va in onda (martedì 15) Io ti assolvo, film tv diretto da Monica Vullo, con Gabriel Garko che per una volta smette i panni della sex-bomb per indossare l'abito talare. E cadere in tentazione.

Racconta Garko che lui per primo s'è spaventato quando gli hanno proposto il ruolo. Quello, cioè, di un bel trentenne che a dieci anni dalla partenza torna nella cittadina d'origine dopo aver preso i voti. Con i quali ha cercato di cancellare anni di scelte sbagliate, frequentazioni balorde, amicizie pericolose. "Ho pensato: no, sono troppo bello per fare il prete, ne va della credibilità del personaggio. Poi mi sono detto che la bellezza non può essere un limite. E ho studiato 'da prete', ho incontrato alcuni sacerdoti, ho imparato a dire messa, a muovermi in maniera composta".

Scene forti, azione, un serial killer senza pietà. Ma anche una donna, che il prete Garko vuol salvare dall'abisso, bella come la sorella della quale era stato innamorato. Un nuovo Uccelli di rovo? "Non proprio - risponde l'attore - se dovessi cercare un riferimento, parlerei piuttosto del Montgomery Clift di Io confesso, che di Richard Chamberlain".

Un film, Io ti assolvo, con il quale Mediaset tenta la strada della novità: un thriller, spiega Giancarlo Scheri, direttore della Fiction Rti, "a metà fra Hitchcock e Dario Argento ma con elementi melò. Un genere non frequentato dalla tv italiana, con scene un po' dure. E' utile per capire che cosa vorrà il pubblico fra due o tre anni".

Quello che invece vuole il pubblico di Don Matteo, è esattamente ciò che la serie gli propone. Anche se con un'assenza eccellente, quella di Flavio Insinna che ha lasciato la fiction dopo sette anni di onorato servizio con i gradi del capitano dei carabinieri Flavio Anceschi. Al suo posto, affiancato dal maresciallo Cecchini (Nino Frassica), la new entry Simone Montedoro, ovvero il capitano Tommasi. Nuovo anche il personaggio di suor Maria, giovane (e bella) superiora del convento di Gubbio, l'attrice Astra Lanz che debutta sullo schermo dopo lunga carriera teatrale e da marionettista.

E poi c'è sempre lui, l'immarcescibile Terence Hill che chiamavano Trinità. Sessantotto anni e il fisico di un trentenne, affezionato al ruolo come di rado accade e senza il timore che ciò produca effetti negativi. "Mi avevano detto che avrei fatto il cowboy a vita e non è stato vero, forse non sarà vero che farò a vita Don Matteo", dice. Anche se, precisa, "questa esperienza finirà quando non ci saranno più belle storie, ma finché piace al pubblico non ho paura di rimanere 'incastrato' nel personaggio. Ormai mi identifico con lui, ed è una cosa bellissima".

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