di Alessandra Comazzi (La Stampa)
Allora, questo copione ce l’hanno o no, i protagonisti dei reality? «L’isola dei famosi» torna su Raidue mercoledì 19, ma i concorrenti si trovano in Honduras già dal venerdì. «Prima di scomparire, ultima cena da Simona Ventura», dice Alessandro Cecchi Paone, uno dei partecipanti. Gli altri sono: Francesco Coco, appena confermato, Debora Caprioglio, Miriana Trevisan, Nicola Canonico, Lisa Fusco, Paul Belmondo, Debora Salvalaggio, Cristiano Malgioglio e Manuela Villa. Più altri sei, ufficialmente «non famosi». Più Francesco Facchinetti, ex naufrago in proprio, inviato sull’isola. A cena dalla Ventura, dunque. Molto carina, molto umana.
Sarà per indottrinarvi, per chiarire la vostra parte in commedia?
«E’ perché vuole partire bene, in armonia: non per bontà d’animo, ma per convenienza. Lei, e il produttore Gori e il direttore Marano, hanno la certezza che se non cambiano, se non abbassano i toni, i reality si autodistruggono. Certo, gli autori hanno in testa per ognuno di noi un ruolo: però un copione vero e proprio, e nemmeno un canovaccio, no, non ce lo abbiamo».
Avrà già in compenso qualche antipatia?
«Ho incontrato tutte persone civili, educate; non mi pare che il tratto caratteristico, per nessuno, sia la volgarità. Antipatie no, simpatie sì: per il figlio di Belmondo, Paul. Mi sembra che possa avere qualche chance di vittoria, lo vedo come un buon alleato. Poi mi è piaciuta tanto Debora Salvalaggio, la fidanzata di Simone Inzaghi. E’ di una bellezza folgorante, ma non aggressiva da vallettopoli: è "normale", dolce, affettuosa. Mi ha molto colpito, quella ragazza lì, l’ho trovata meravigliosa».
Se non fosse gay...
«Ma lo sono. Sono il primo gay dichiarato che partecipa a un reality, gli altri hanno sempre scelto un comportamento ipocrita».
Ragiona già in termini di alleanza: sta cominciando a elaborare una strategia di vittoria?
«Ho elaborato che cosa farei dei soldi, 200 mila euro: metà li darei alla fondazione Veronesi; metà li userei per ricomprarmi il marchio della Macchina del tempo che Mediaset non mi fa più fare da due anni e che potrei proporre alla Rai, a La7».
Non avrà accettato di andare sull’Isola perché il suo personaggio si sta appannando?
«Non posso dire che Simona Ventura e io siamo amici, perché non ci siamo mai frequentati. Però la considero un elemento di garanzia, di lei mi fido. Giudizio condiviso dalla mia ex moglie, che non compare mai in tv, ma che invece questa volta ha accettato di andare in studio, per sostenermi. Dunque se la Ventura, Gori e Marano, sono venuti da me dicendomi: abbiamo bisogno di te, non ho motivo di dubitare di loro. Il mio personaggio non è appannato, e la mia posizione sui reality resta la stessa: negativa. Se però attraverso l’Isola potranno passare contenuti seri, mi ricrederò. Bisogna dare a tutti un’ultima chance, anche ai programmi».
Un reality che parla di cose serie: appunto, siamo seri. Non le sembra fantascienza?
«Vado a verificare di persona. Il peggio che i reality potevano dare l’hanno dato. Adesso possono solo risalire, oppure chiudono. Io il mio ruolo ce l’ho».
Sarebbe? Quello del gay ufficiale ma serio contro il folkloristico Malgioglio?
«Il mio ruolo, discusso e accettato dalla Ventura e dagli autori, è quello di affermare la centralità della scienza. Io voglio dimostrare che la vita senza scienza e tecnologia è una schifezza. Che non c’è fascino nel bel tempo andato, che non è divertente non poter accendere il fuoco, che non possiamo combattere Tav e Ogm senza nemmeno sapere che cosa sono. Voglio parlare di libertà della scienza e libertà delle persone omosessuali: libertà, di corpo e di spirito, osteggiate soprattutto in Italia».
Attaccherà anche la Chiesa?
«In Italia siamo più bloccati che altrove, col Vaticano in casa. Per questo, dopo l’Isola, con Veronesi andremo nelle scuole a raccontare la scienza».
Lei davvero crede che potrà parlare di tutto questo?
«Credo di sì e spero di vincere. E di dimagrire: ma prima del digiuno, una bella mangiatona e una bella bevutona tutti insieme per il mio compleanno, oggi. Tanti auguri a me».
Sarà per indottrinarvi, per chiarire la vostra parte in commedia?
«E’ perché vuole partire bene, in armonia: non per bontà d’animo, ma per convenienza. Lei, e il produttore Gori e il direttore Marano, hanno la certezza che se non cambiano, se non abbassano i toni, i reality si autodistruggono. Certo, gli autori hanno in testa per ognuno di noi un ruolo: però un copione vero e proprio, e nemmeno un canovaccio, no, non ce lo abbiamo».
Avrà già in compenso qualche antipatia?
«Ho incontrato tutte persone civili, educate; non mi pare che il tratto caratteristico, per nessuno, sia la volgarità. Antipatie no, simpatie sì: per il figlio di Belmondo, Paul. Mi sembra che possa avere qualche chance di vittoria, lo vedo come un buon alleato. Poi mi è piaciuta tanto Debora Salvalaggio, la fidanzata di Simone Inzaghi. E’ di una bellezza folgorante, ma non aggressiva da vallettopoli: è "normale", dolce, affettuosa. Mi ha molto colpito, quella ragazza lì, l’ho trovata meravigliosa».
Se non fosse gay...
«Ma lo sono. Sono il primo gay dichiarato che partecipa a un reality, gli altri hanno sempre scelto un comportamento ipocrita».
Ragiona già in termini di alleanza: sta cominciando a elaborare una strategia di vittoria?
«Ho elaborato che cosa farei dei soldi, 200 mila euro: metà li darei alla fondazione Veronesi; metà li userei per ricomprarmi il marchio della Macchina del tempo che Mediaset non mi fa più fare da due anni e che potrei proporre alla Rai, a La7».
Non avrà accettato di andare sull’Isola perché il suo personaggio si sta appannando?
«Non posso dire che Simona Ventura e io siamo amici, perché non ci siamo mai frequentati. Però la considero un elemento di garanzia, di lei mi fido. Giudizio condiviso dalla mia ex moglie, che non compare mai in tv, ma che invece questa volta ha accettato di andare in studio, per sostenermi. Dunque se la Ventura, Gori e Marano, sono venuti da me dicendomi: abbiamo bisogno di te, non ho motivo di dubitare di loro. Il mio personaggio non è appannato, e la mia posizione sui reality resta la stessa: negativa. Se però attraverso l’Isola potranno passare contenuti seri, mi ricrederò. Bisogna dare a tutti un’ultima chance, anche ai programmi».
Un reality che parla di cose serie: appunto, siamo seri. Non le sembra fantascienza?
«Vado a verificare di persona. Il peggio che i reality potevano dare l’hanno dato. Adesso possono solo risalire, oppure chiudono. Io il mio ruolo ce l’ho».
Sarebbe? Quello del gay ufficiale ma serio contro il folkloristico Malgioglio?
«Il mio ruolo, discusso e accettato dalla Ventura e dagli autori, è quello di affermare la centralità della scienza. Io voglio dimostrare che la vita senza scienza e tecnologia è una schifezza. Che non c’è fascino nel bel tempo andato, che non è divertente non poter accendere il fuoco, che non possiamo combattere Tav e Ogm senza nemmeno sapere che cosa sono. Voglio parlare di libertà della scienza e libertà delle persone omosessuali: libertà, di corpo e di spirito, osteggiate soprattutto in Italia».
Attaccherà anche la Chiesa?
«In Italia siamo più bloccati che altrove, col Vaticano in casa. Per questo, dopo l’Isola, con Veronesi andremo nelle scuole a raccontare la scienza».
Lei davvero crede che potrà parlare di tutto questo?
«Credo di sì e spero di vincere. E di dimagrire: ma prima del digiuno, una bella mangiatona e una bella bevutona tutti insieme per il mio compleanno, oggi. Tanti auguri a me».
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