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lunedì 17 settembre 2007

Intervista a Mario Sacconi / Sicurezza e libertà in Italia

di Antonio Arabia - L'opinione. E' polemica in Veneto dopo l’annuncio del sottosegretario all’interno Ettore Rosato del ritiro della task force delle forze dell’ordine giunta dopo il duplice omicidio di Gorgo al Monticano .Il rafforzamento delle volanti è stata un’antipatica operazione estetica. Nel periodo immediatamente successivo al delitto di Gorgo al Monticano c’è stato solo un potenziamento del servizio sulla base di forze già disponibili nell’ambito del Veneto. In un territorio così esposto ai fenomeni migratori la risposta ad una criminalità in continua ascesa non può essere costituita solo dal rafforzamento delle forze dell’ordine. Sarebbe infatti strategico realizzare, a partire da Treviso in via sperimentale, la cosiddetta Centrale Unica Interforze: un sistema di assoluta sinergia tra le polizie statuali al quale dovrebbero associarsi le polizie municipali e gli istituti di vigilanza privati. Dotando tutti i mezzi di un sistema satellitare sarebbe così possibile monitorare costantemente la presenza sul territorio delle forze capaci di svolgere, attraverso la vigilanza, un’importante azione deterrente nei confronti della criminalità. Controllare il territorio significa prevenire, disturbare i criminali.


La percezione dell’insicurezza nel Nordest è più alta che nel resto d’Italia e cresce a tassi preoccupanti. L’omicidio di Gorgo ha riportato alla ribalta l’annosa questione dell’immigrazione.
La recrudescenza dei reati nel nostro territorio è strettamente collegata ai fenomeni migratori e al fatto che essi continuino ad essere subiti sulla base di flussi migratori clandestini prodotti dalla logica delle sanatorie e delle promesse di facili provvidenze sociali anche ai parenti degli immigrati contenute nel disegno di legge Ferrero-Amato. Promesse che attraggono inevitabilmente flussi clandestini. Se il delitto di Gorgo al Monticano per la sua profonda violenza rappresenta un punto di svolta, deve trattarsi una svolta che scuote le coscienze e che spinge ad agire. Ma come? Attraverso una robusta politica della sicurezza e dell’immigrazione. Noi dimostriamo rispetto nei confronti delle vittime se non giochiamo sulla sofferenza di chi è rimasto: la politica deve reagire responsabilmente, con fermezza e concretezza. Agitare il cappio, chiedere una pena di morte che giustamente non verrà mai concessa, dal momento che all’unanimità abbiamo chiesto di eliminarla in tutto il mondo, non aiuta. Il dovere di chi ha la responsabilità non è quello di speculare sulla paura, ma farla venire meno. Per questo ho apprezzato le dichiarazioni del Sindaco di Verona Flavio Tosi che, a proposito di pena di morte, ha dichiarato: “Io non partecipo alla gara, il problema vero è quello di applicare la pena, renderla effettiva”.

Il prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini l’ha accusata di aver “armato”, con il suo voto al provvedimento dell’indulto, la mano degli assassini di Gorgo al Monticano. Un’accusa pesantissima che ha scatenato in questi giorni una forte bagarre politica.
Gentilini, in nome di un’ambizione personale, non riuscirà nel suo intento di dividere la Lega dagli altri partiti della Casa delle Libertà. Ha strumentalizzato l’emozione prodotta da questa vicenda che ci ha tutti indignati per un più modesto obiettivo personale che è quello di tornare a fare il sindaco.

In risposta alle richieste di sicurezza cittadini, avete organizzato per questa sera a Treviso un importante convegno dal titolo “Sicurezza e libertà in Italia e nella marca”. Di cosa si tratta?
Con il convegno di questa sera, alla presenza dell’Ex Ministro degli Interni, Sen. Giuseppe Pisanu, abbiamo voluto dare una risposta alle domanda di sicurezza dei cittadini attraverso il nostro esponente più autorevole, colui che ha retto con efficacia il Ministero degli Interni, che ha avviato la politica di controllo del territorio e che ha consentito di intercettare gli assassini di Biagi e D’Antona. Il convegno di questa sera darà inoltre l’opportunità di illustrare tutto il lavoro svolto dal governo Berlusconi per un’Italia più sicura e più libera, lavoro che è stato poi contraddetto ed interrotto da molte delle attività legislative ed amministrative del governo prodi. Esso costituirà peraltro l’occasione anche per una più puntale risposta alle odiose offese del prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, che ha voluto strumentalizzare una vicenda che ha così profondamente indignato tutta la comunità trevigiana e che dovrebbe sollecitare una reazione alta e forte delle istituzioni e della politica.

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