Il Comune di Bologna, attraverso le Ipab, fa credito alle coppie di fatto. Non solo cioè a quelle sposate, ma anche a quelle di conviventi. E «senza escludere a priori» le coppie gay. La piccola rivoluzione è passata ieri in giunta, con una delibera firmata dalla vicesindaco Adriana Scaramuzzino Duecentomila euro il plafond completo di fondi, stanziato da due Ipab, Istituti Educativi e Ipab Bertocchi, da distribuire a chi presenterà al Comune un «progetto concreto»: ad esempio il canone d´affitto o le spese sanitarie. Prestiti agevolati che variano dai 1500 ai 5000 euro a famiglia quindi, da restituire entro due anni senza interessi (che restano a carico delle Ipab). Potranno fare domanda ed accedere a bando e graduatoria - entro il prossimo anno - le famiglie con anziani e disabili a carico, le coppie con figli in arrivo o inserite nel percorso scolastico fino a 25 anni, e le cosiddette «famiglie di nuova costituzione». Vale a dire le coppie, con meno di 35 anni, che si impegnano ad andare a vivere insieme entro 6 mesi, o che stanno insieme da non meno di 24 mesi. «Non necessariamente sposate - specifica la vicesindaco - ma semplicemente coppie che si impegnino a fare la residenza congiunta. Cioè che vivano insieme stabilmente». E le coppie gay allora? Nella delibera non è specificato il «sesso» della coppia. «Noi ci rifacciamo agli statuti delle Ipab, che certo non comprendono le coppie omosessuali». Tuttavia, aggiunge la vicesindaco «anche se non c´è una considerazione specifica di queste situazioni, non c´è nemmeno una esclusione a priori. Non c´è preclusione». Improbabile che il coupon arrivi tra le mani di una coppia gay quindi, ma non impossibile, se quella coppia avrà i requisiti e parteciperà al bando. A suo modo innovativo, soprattutto in tempi di Dico. La vicesindaco glissa e preferisce sottolineare il valore sociale dell´iniziativa, «che è aperta anche alle coppie extracomunitarie con permesso di soggiorno da almeno due anni e che assegna il massimo punteggio nella graduatoria alle famiglie con un solo genitore» Roberto Russo. (da L'espresso)
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