Così, a chi gli chiede della scelta del prossimo candidato di centrosinistra, risponde secco: “Prima si fanno le primarie del Pd, poi quelle di coalizione”.
Un meccanismo inedito, finora mai sperimentato, che qualcuno ha già battezzato Cofferatum. Di sicuro, un deciso passo in avanti verso la piena autonomia del Pd, ostaggio, per molti degli uomini vicini al primo cittadino, dell’ala radicale della (ex) maggioranza.
La svolta nasce dopo la paralisi che ha bloccato l’amministrazione di Palazzo D’Accursio, ingoiando assessori e consiglieri in una verifica dai tempi infiniti (il chiarimento annunciato già settimane fa, slitterà verosimilmente a gennaio).
L’ultimo contrasto è esploso con l’Anpi, Associazione nazionale partigiani italiana, sulle responsabilità della crisi del governo cittadino e sulla (possibile) intesa con Alleanza Nazionale. Ma è stata solo il più recente di una serie infinita di scontri, che ha portato molti politici e qualche outsider a proporre in anticipo l’intenzione di correre per la poltrona di sindaco bolognese.
Tra questi, Franco Grillini che adesso boccia il sistema delle pre-primarie, definendole “qualche cosa molto simile ad un trucco”.
Ma il presidente onorario dell’Arcigay non è il solo a essere contrario al Cofferatum: buona parte della dirigenza del Pd targata Margherita, in testa il deputato Antonio La Forgia, non ha gradito affatto la mossa del primo cittadino. “Le primarie devono essere di coalizione, non di partito” tuonano gli ex dl, decisi a non farsi condizionare dalla linea dura di Cofferati. La crisi si annuncia più che mai aperta.
Sarà gennaio il mese in cui il sindaco-sceriffo, stretto dal fuoco incrociato di moderati e sinistra radicale, dovrà trovare una (insperata) soluzione.
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