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sabato 24 novembre 2007

Mercato del sesso: un giro d'affari di novanta milioni ogni mese in Italia.

I dati. Un settore rigidamente in mano alla criminalità organizzata.

(Carlo Rosso - Libertà online) Novanta milioni di euro al mese. Ammonterebbe a tanto il giro d'affari della prostituzione in Italia. La cifra è stata diffusa lo scorso mese di agosto dal Dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio, che quantifica in circa 9 milioni il numero dei clienti del sesso a pagamento. Si tratta come detto di stime, frutto di accurate ricerche ma pur sempre parziali perché quello della prostituzione è un mercato che, per sua natura, vive nell'ombra. Niente banche dati, niente controlli ufficiali, tantomeno fiscali. La vicenda della "squillo" milanese proprietaria di sei appartamenti e due auto non deve essere però generalizzata. Va ricordato infatti che quello della prostituzione è un settore rigidamente in mano alla criminalità organizzata e che ben poco della ricchezza che vi gira finisce nelle tasche delle donne che si vendono, quasi sempre prime vittime dei loro sfruttatori. Detto questo, proviamo a tracciare una fotografia del mercato del sesso in Italia. Con una premessa, tutta fiscale. Non è la prima volta che lo Stato tenta di tassare i (proventi della prostituzione. Già nella Finanziaria del 2005, infatti, nell'ambito della lotta all'evasione fiscale, il ministero del Tesoro si pose il problema di come fare per riuscire a tassare i cosiddetti "proventi illeciti", intendendo tra questi anche gli incassi legati appunto al mestiere più vecchio del mondo. La cosa finì lì, e come altre misure analoghe adottate in passato non trovò mai attuazione. Una cosa comunque è certa. Quello del sesso è un mercato che in tutto il mondo vale centinaia di milioni di euro. Cinque anni fa, una studio della commissione affari sociali della Camera stabilì che la tratta delle donne per sfruttamento sessuale costituiva la terza voce di guadagno per la mafia a livello mondiale, dopo la droga e il traffico di armi. Sempre secondo il ministero per le Pari opportunità, oggi in Italia ci sarebbero tra le 15 mila e le 18 mila prostitute. Di queste il 65% lavora in strada, il 35% in albergo o in appartamento, il 20% è minorenne. A queste vanno poi aggiunte tra le 15 mila e le 25 mila prostitute straniere. Dal punto di vista dell'economia criminale ogni donna, sia essa maggiorenne o minorenne, è una vera miniera d'oro per chi la sfrutta, tanto da rappresentare una fonte di guadagno compreso tra i 5 mila e i 7 mila euro al mese. Per quanto riguarda i transessuali, invece, rappresentano tra il 10 e il 30% del totale. Sette, infine, le regioni con la maggiore presenza di prostitute di strada: Lazio, Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Abruzzo. Ma la prostituzione viaggia anche su internet. Al punto che, con una sentenza dell'8 giugno 2004, la corte di Cassazione ha stabilito che anche l'organizzazione e lo sfruttamento del sesso virtuale costituisce un reato.

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