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sabato 24 novembre 2007

Dove c'è il trash ci sono i gay? E perchè?

CIAO DARWIN? MEGLIO UN ADDIO.
E' la proposta più trash e ributtante della televisione italiana.

(Angela Azzaro - Liberazione) Premessa dovuta. Ciao Darwin , il programma di Paolo Bonolis, che va in onda il martedì su Canale 5, è la proposta più trash e ributtante della televisione italiana. Vi ci siete mai imbattuti? Insomma, c'è questa storia dell'evoluzione che si raggiunge, puntata dopo puntata, vincendo la gara nello scontro tra opposte realtà: "Occidente" contro "Oriente", "bianche" contro "nere", "mogli" contro "mariti" (la prossima settimana). L'ideologia di fondo basterebbe a farci saltare sulla sedia. E' come se tutte le panzane sul darwinismo sociale diventassero spettacolo televisivo della peggiore specie. Culi e tette. E donne come molti uomini le desiderano, con le curve al posto giusto, le labbra delle dimensioni giuste, lo sguardo suadente. Se non fosse per la prima serata e per il canale, si potrebbe tranquillamente pensare che si tratti di un programma pornografico. Se fosse un programma porno e basta non ci dispiacerebbe. Tutt'altro. E' invece davvero spiacevole la doppia morale: format per tutta la famiglia e perbenista che però denuda il corpo delle donne senza troppi scrupoli. Ma almeno Bonolis lo dica chiaro e tondo: Ciao Darwin è un programma apposito per la masturbazione maschile, il resto serve solo come contorno, anche se un contorno pesante e di non poco conto. Perché quella masturbazione non solo la provoca, ma la legittima, la teorizza, la mette al centro della cultura occidentale.

Martedì scorso è però successo qualcosa che per un po' ha sparigliato le carte. Lo scontro era tra etero e gay. Ma non solo: i gay hanno vinto e hanno fatto, complessivamente, una figura migliore, soprattutto nel confronto-scontro verbale, dove sono riusciti a cantargliene quattro agli etero-orgogliosi. Un pubblico molto ampio ha potuto fare i conti con una soggettività che in televisione non ha spazio. Quando viene rappresentata o si autorappresenta è un'eccezione, tanto da meritare l'attenzione anche degli altri media. E', cioè, una notizia. La tentazione, vedendo Ciao Darwin di due giorni fa, era allora quella di gioire: finalmente tanti e tante che nutrono pregiudizi nei confronti di gay e lesbiche hanno avuto un'occasione per cambiare idea.

Gay e lesbiche sdoganati allora? A ben guardare, no. Per almeno tre motivi. Il programma di Bonolis legittima l'idea che esista una natura - madre natura per essere precise e continuare nell'elenco degli stereotipi sanciti da Ciao Darwin - da cui dipende l'ordine delle cose. E' il discorso, affrontato anche su queste pagine a proposito della pubblicità che indicava la sessualità non come una scelta ma come un destino. Avvallare l'esistente, l'ordine naturale appunto, può dare l'illusione solo per un momento dell'accettazione della pluralità. Un attimo che subito svanisce dando spazio al vero obiettivo: cioè la normazione degli uomini e delle donne secondo la regola eterosessuale. E' il solito dilemma tra allargare le maglie di quello che già c'è, sperando che così discriminazioni e pregiudizi vengano meno, o invece cambiare davvero tutto. Da capo a piedi.

C'è una seconda ragione, che forse a qualcuno sembrerà secondaria, ma che è centrale. Nella squadra dei gay, c'erano anche le donne, presumo lesbiche, ma che il presentatore continuava a chiamare indifferentemente gay. I gay sono gay, le lesbiche sono lesbiche. Non è una questione di nomi, né di essenzialismo identitario. Dire lesbiche significa sottolineare, ancora una volta, una soggettività, un conflitto, anche dentro il mondo omosessuale. Indica il fatto che le lesbiche sono donne, ma anche una storia di critica al potere maschile.

E' vero, una buona parte del movimento omosessuale è d'accordo con questa critica. La ha fatta sua, nominando il potere del maschio eterosessuale, come il potere da contrastare. Perché allora scegliere un programma sessista, come Ciao Darwin , per chiedere la visibilità dovuta? Ai gay e alle lesbiche che erano lì non può essere indifferente che le donne in quel programma siano considerate oggetti da mostrare e da toccare e che non si faccia altro che alimentare gli stereotipi di genere.

Troppe critiche per un programma stupido? Forse. Ma quella stupidità arriva molto più di tanti discorsi e più di tanti proclami. E' un movimento contrario al nostro che abbiamo voglia di cambiare le cose. Gli amici gay mi potrebbero rispondere che parliamo bene noi, che lo spazio in tv ce lo abbiamo. Ma nelle donne di Ciao Darwin , come in quelle di tanti altri programmi e pubblicità, davvero non ci riconosciamo.

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