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sabato 24 novembre 2007

Factory girl, al cinema torna il mito di Edie Sedgwick.

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(Panorama) “È magnetica, eterea, smarrita e quando muove ogni parte del suo corpo staresti a guardarla per ore, con quegli occhioni intensi e scuri come due tazzine di caffè”. Così Truman Capote descriveva Edie Sedgwick, la musa - momentanea - di Andy Warhol, che l’anti-eroe per eccellenza della contro-cultura ha risucchiato nel suo mondo e poi respinto. E Factory girl, pellicola di George Hickenlooper dal 23 novembre al cinema, cerca di far rivivere il suo mito. Tracciando l’ascesa e il declino di una delle più grandi icone della cultura pop americana, morta a ventott’anni per un mix di barbiturici e alcol.

Edie, interpretata da Siena Miller, nata in una famiglia molto ricca e di sangue blu, aveva talento e carisma ineguagliabili. A metà degli anni Sessanta fece irruzione nel caos newyorkese, dove incontrò Warhol (Guy Pearce), che nella selvaggia vulnerabilità della giovane vide uno degli ingredienti perfetti per trasformarla in una ispiratrice irresistibile. Andy invitò Edie a entrare nel mondo della Factory, ex fabbrica di cappelli della città, che lui stesso aveva trasformato in un paradiso bohemien di creatività, tra musicisti, artisti, attori, poeti e disadattati. Girando film underground di giorno e dando party glamour per tutta la notte. Edie ben presto divenne la stella dei film di Warhol, oltre che l’idolo della Factory. All’apice del suo successo si innamorò di una rock star (Hayden Christensen), ma nel momento in cui si trovò stretta tra il mondo effimero e sensuale di Warhol e l’uomo che amava, finì con l’essere respinta da entrambi.

Sempre negli anni Sessanta, è ambientato l’altro film in uscita il 23 novembre, Across the universe della regista Julie Taymor (Frida), acclamato all’ultima Festa del Cinema di Roma. Ma tutt’altro è il clima. È il periodo turbolento della protesta antibellica, dell’esplorazione personale e del rock’n roll. La pellicola si sposta dai cantieri navali di Liverpool alla psichedelia creativa del Greenwich Village, dalle strade di Detroit sconvolte dalle rivolte ai campi del Vietnam dove morivano migliaia di giovani. E il tutto sulla musica di trentatrè canzoni rivoluzionarie (tra cui Hey Jude, I Am the Walrus e All You Need is Love) che hanno ispirato una generazione. La musica dei Beatles. Qui il trailer, daYoutube:
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Nelle sale questo week end arrivano anche, Civico 0, film documentario di Francesco Maselli sui tanti senza fissa dimora di Roma (con Ornella Muti), e il francese Il mio amico giardiniere, con Daniel Auteil nei panni di un pittore affermato che riscopre la semplicità della vita.
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