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martedì 29 luglio 2008

Matrimonio Gay. Sondaggio de Il Sole 24 ore. Ovviamente han votato solo i gay...

Queerblog, ci informa che da un sondaggio di Quotidiano.net sul matrimonio gay emerge un dato provvisorio abbastanza netto. Il 60 per cento circa del pubblico web che frequenta il sito di informazione è d’accordo con i matrimoni gay. Dove sono finiti tutti gli ardui sostenitori della tesi contraria? E' lapalissiano come l'acqua calda che probabilmente votano solo gli interessati ed i "precettati" da amici, conoscenti e "sinceri democratici", gli altri manco ci vanno.

Ma una domanda ci sorge spontanea a che servono questi sondaggi? Ovviamente ad aumentare pubblico, pagewiev e quindi la propria visibilità da parte del sito e poi? A convincere ad esempio i Teodem? Non è un poco ingenuo?

Ma a proposito di sondaggi, vi invitiamo a leggere ciò che pensa il politologo Giovanni Sartori dalle pagine del Corriere della Sera.

GLI ERRORI DA EVITARE
Governare senza sondaggi
di Giovanni Sartori

Tra poco anche la politica andrà in vacanza. Sarà, per Silvio Berlusconi, la prima vacanza tranquilla. Perché ha finalmente sistemato tutti i suoi interessi privati (da quelli del suo impero mediatico a quelli delle sue residue pendenze giudiziarie). Finalmente il Nostro è un uomo libero, libero di mostrare la sua bravura come uomo di governo, la sua statura di statista. Finora Berlusconi si è molto regolato, nel suo passato governare, sui sondaggi di opinione. Così fanno un po' tutti; ma nessuno quanto lui. Ecco allora la domanda: un governo molto (moltissimo) guidato dai sondaggi può essere un buon governo?

Dipende da come i sondaggi vengono letti. Il più delle volte, male. E il punto è che il territorio coperto dai sondaggi è molto più piccolo del territorio, dell'ambito, che i governi debbono coprire. Che lo vogliano o no.

I sondaggi rilevano — tra le tante cose—i pareri e le priorità dell'«uomo comune» difeso e elogiato negli anni Quaranta da Karl Friedrich (un importante costituzionalista di allora). Il che già indica quale ne sia la gittata. Ma vediamo meglio distinguendo fra tre contesti. In primo luogo il contesto dei tutti. In questo contesto i sondaggi mettono in evidenza l'esperienza quotidiana, e quindi più frequente, dell'uomo comune: la spesa per mangiare, il costo della vita, il peso delle tasse e simili. Queste priorità sono ovvie; ma i sondaggi le misurano, e per ciò stesso ne precisano l'importanza, il «peso».

In secondo luogo ci sono le cose che fanno infuriare soltanto porzioni (più o meno estese) della popolazione: la lentezza della burocrazia, la paralisi della giustizia, lo sfascio della scuola e della sanità, l'insufficienza delle infrastrutture e simili. Ma siccome non si dà mai il caso che tutti abbiano cause in corso (anche se gli italiani che aspettano giustizia sono più di 7 milioni), che non tutti sono simultaneamente a scuola, che non tutti sono malati, ecco che i valori percentuali di questi casi scendono. Ma sarebbe una cattiva lettura dei dati ricavarne che per gli italiani quei problemi siano poco rilevanti. La differenza rilevata dai sondaggi riguarda solo la frequenza con la quale ciascuno di noi «batte la testa», in concreto, in queste disfunzioni.

In terzo luogo ci sono i problemi che per il grosso pubblico sono «astratti », e che non capisce finché la tegola non gli cade sulla testa. L'uomo comune non afferra che le disfunzioni di cui sopra dipendono da una macchina istituzionale che a sua volta non funziona. E afferra ancor meno i problemi in arrivo, i problemi del futuro (anche se prossimo). L'acqua, la benzina, l'elettricità e anche i prodotti alimentari stanno già diventando insufficienti; ma acqua, benzina, energia gli mancano soltanto quando di fatto mancano; non prima e purtroppo non a tempo. Dal che consegue che i sondaggi sottostimano alla grande il problema ecologico che è, invece, il più grave di tutti.

E' proprio per questo che un governante che asseconda e ascolta soltanto i sondaggi è un pessimo governante. Il non-fare perché «tanto agli italiani non interessa» è un non-fare vergognosamente irresponsabile. Ci sono tantissime cose che un buon governo deve fare (per essere buono) a prescindere dai sondaggi.

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