I soldati non avranno compiti di polizia giudiziaria ma presidieranno gli obiettivi sensibili e le istituzioni in modo da consentire il recupero di poliziotti e carabinieri da destinare alle pattuglie che operano in strada. I tremila militari avranno compiti di pubblica sicurezza, per cui potranno arrestare solo le persone sorprese in flagranza di reato. Inoltre - secondo ciò che ha spiegato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa - saranno accompagnati nel pattugliamento da poliziotti o da carabinieri. “In questo modo”, ha sottolineato dicendosi soddisfatto per la “sintonia” trovata con Maroni, “ogni problema viene superato”.
Ed è stato lo stesso ministro della Difesa a spiegare come e dove verranno utilizzati i soldati: un terzo sarà impiegato per vigilare gli obiettivi sensibili (ambasciate, consolati e varie istituzioni), un altro terzo per la sorveglianza dei centri di permanenza temporanea e i restanti mille a pattugliare le città. Si parte con Milano, Roma, Napoli, Padova e Verona e successivamente si arriverà a una decina di città. La parte del leone la faranno Milano - “ce ne sarà un numero più alto di quanto preventivato”, ha assicurato il titolare della Difesa, Roma e Napoli: in ciascuna città dovrebbero infatti andare tra i 200 e i 300 militari. Che si muoveranno rigorosamente a piedi.
“C’è nel decreto, lo confermo e lo preciso”, ha detto La Russa. “I militari saranno insieme ai giovani in divisa delle forze dell’ordine e pattuglieranno a piedi. Ho insistito molto su questo, così c’è maggiore visibilità”. Lo stanziamento finanziario per il 2008 è di 31,2 milioni di euro, altrettanto per il 2009. “La firma del decreto è un tassello in più”, ha spiegato Maroni, “per garantire la sicurezza ai cittadini che devono sentirsi padroni a casa propria”. Il ministro ha anche replicato alle accuse mosse dall’opposizione sia per quanto riguarda le impronte digitali prese ai rom, sia per quanto riguarda la dichiarata emergenza immigrazione: “Sono solo polemiche per cercare di ridurre l’efficacia dell’azione del governo. Noi però non ci fermeremo”.
Proprio da Brescia, una delle città italiane con il maggior numero di immigrati (150 mila solo i regolari, 70 mila domande di regolarizzazione presentate per i flussi), Maroni ha anche annunciato che non ci saranno più sanatorie generalizzate. “Non faremo più sanatorie generalizzate”, ha spiegato il ministro. “Condividiamo in pieno la posizione della presidenza francese per il semestre europeo che non prevede più alcuna sanatoria. Semmai siamo disponibili a discutere caso per caso”. Il patto sulla sicurezza per Brescia è stato possibile grazie alla “Carta di Parma” ed è il primo firmato da Maroni da quando è ministro. “È una eredità del precedente governo”, ha spiegato. “Quei patti li abbiamo giudicati positivamente, ma abbiamo fatto alcune modifiche in senso federalista”. ---
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