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giovedì 3 gennaio 2008

Un'eterosessuale in difesa di una sana omosessualità.

(Luigi Boschi) Mi riferisco ad una recente trasmissione televisiva (ndr. Otto e mezzo su La7), avente per oggetto l'Omosessualità. Provai la sgradevole sensazione che i conduttori, coadiuvati da un vecchio prete e da un laico-cattolico - dalle idee un po' 'deliranti', abbiano strumentalizzato un ragazzo di 20 anni circa, il quale si è sforzato di far loro comprendere - volutamente reticenti - che la propria omosessualità era perfettamente naturale, che viverla era altrettanto naturale e che al contrario non viverla sarebbe stata contraria alla natura e quindi alla volontà di Dio. Certamente quel ragazzo omosessuale era ed è tutt'oggi molto migliore e più puro di preti pedofili e non, di preti omosessuali e non, oltre che di tanti tantissimi cristiani bigotti eterosessuali, che si dedicano al 'sollazzo' dello scambio delle coppie (anche se regolarmente sposate e con rito cattolico) e a moltissime altre aberrazioni etiche, a causa delle quali l'animale-uomo dovrebbe vergognarsi di esistere. E' mai possibile che in Italia, laddove c'è in ballo la sessualità, la si voglia a tutti i costi confondere con l'illecito e con il peccato? E poi perchè la stragrande maggioranza dei conduttori televisivi nelle trasmissioni di taglio sessuale ha paura di invitare ad affrontare questo tipo di tematica (e non solo questa) anche i cristiano-protestanti, che certamente hanno le idee molto più chiare di milioni di cattolici, spesso molto ignoranti? Essi - cioè i protestanti -, anche se una minoranza, rappresentano pur sempre e a pieno titolo l'altra faccia della medesima medaglia, cioè il Cristianesimo. Faccio presente che io non sono cristiano-protestante (anzi non sono cristiano né aderisco ad altre religioni) e non sono omosessuale. E - questo - lo preciso non per una specifica bigotta necessità, ma perchè - come giustamente ogni omosessuale - mi compiaccio della mia naturale condizione di eterosessuale, per la quale non ho il diritto di godere né di privilegi né di meriti. Per quanto riguarda infine i riferimenti biblici, di cui - secondo me - con protervia teologica ha 'dottamente' fatto sfoggio il signore laico-cattolico, sarebbe stato più prudente da parte sua non menzionarli, perchè l'esegesi storico-biblica più avanzata ha ampiamente dimostrato che molta parte della Bibbia è considerata falsa e che la restante parte è stata profondamente manipolata ed interpolata1. Inoltre, credo - a tal proposito - che sia in atto una citazione in giudizio della CEI assieme a 28 coeditori della Bibbia CEI e al Ministero della P.I. da parte della Casa editrice 'Editing & Printing' per manipolazioni ed altro della Sacra Scrittura, su cui si attende giustamente il giudizio della magistratura (vedasi a tal proposito il sito utopia.it)

Federico Bartolozzi

1. Vedasi: Karlheinz Deschner, "Storia criminale del Cristianesimo", Tomo III, Ariele, Milano, 2002.

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