(Radio vaticana) Continua in Ungheria l’impegno della Chiesa in difesa della famiglia e contro il riconoscimento legale delle unioni di fatto. Una legge in tal senso è stata approvata qualche giorno prima di Natale dal Parlamento ed entrerà in vigore nel gennaio del 2009. Il provvedimento, in sostanza, prevede un registro delle unioni civili che permetterà ai conviventi etero e omosessuali di accedere al diritto di successione in caso di morte e dichiarazioni congiunte dei redditi. È esclusa invece dalla legge l’adozione. In una dichiarazione i vescovi ungheresi hanno espresso particolare sconcerto per il riconoscimento delle coppie omosessuali: “Equiparare simili unioni al matrimonio mina una società sana”, ha dichiarato il portavoce della Conferenza episcopale, Csongor Szerdahelyi. “Non discriminiamo gli omosessuali nella Chiesa - ha puntualizzato -, ma non siamo d’accordo con quei politici che sostengono che queste aperture siano inevitabili e che cercano di condizionare le opinioni facendo passare come una cosa normale questo modo di vivere in Occidente”. Per i vescovi la nuova legge è anti-costituzionale e contraria alla legge naturale. “Anche quando entrerà in vigore – ha ribadito il portavoce - la Chiesa resterà fedele ai dettami del catechismo secondo cui il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna aperta alla vita”. (L.Z.)
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