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giovedì 3 gennaio 2008

Coscienziosi come i gay.

(Queerworld) In media, gay e lesbiche prendono consapevolezza delle proprie pulsioni omoerotiche verso i 12 anni e circa 5 anni dopo sperimentano il primo rapporto sessuale, di solito con partner di 5-6 anni più grandi (una differenza di età maggiore di quella tra etero alla prima esperienza), ma nel 45% dei casi con coetanei. La maggior parte delle volte i due partner si conoscono da pochi mesi a più di un anno; il 25% di essi si è invece appena conosciuto.

Le indagini condotte nel decennio passato negli Stati Uniti, in Francia ed in Gran Bretagna hanno dimostrato che le differenze nella frequenza dei rapporti sessuali tra omo ed eterosessuali sono minime [Francia: Leridon 1993, 1388; Stati Uniti: Laumann et al. 1994, 316-317; Gran Bretagna: Wellings et al. 1994, 147].
Nell'ultimo anno, il 24% dei gay ha avuto dai 4 ai 10 partner, il 23% ne ha avuti 2-3, il 16% solo uno ed il 13% dagli 11 ai 20. Diversamente, il 43% delle lesbiche ha avuto una sola partner, il 25% 2-3, il 9% dalle 4 alle 10.
Il 9% degli uomini ed il 18% delle donne non hanno avuto alcun partner nell'ultimo anno.
In tutta la vita, il 36% degli uomini ha avuto più di 50 partner, il 20% dai 4 ai 10, il 17% 50 o meno, il 16% tra gli 11 ed i 20. Invece, il 35% delle donne ha avuto 4-10 partner totali, il 27% 2-3, un primo 13% 11-20 ed un secondo 13% addirittura solo una.
La differenza nel numero dei partner tra gay e lesbiche va via via assottigliandosi nelle generazioni più recenti. Così, si passa dai 35 e più partner avuti nell'ultimo anno dalla maggior parte dei nati prima del '56, ai 20 dei nati dopo il '72. Questo perché all'interno dei movimenti di liberazione omosessuale maschile degli anni '60 e '70 le relazioni sessualmente non esclusive erano giudicate come forme di espressione di una sessualità emancipata. Era un'epoca caratterizzata da una cultura sessuale fortemente anticonformista, non solo per gli omosessuali. Ma alla fine degli anni '80 la cornice storica cambiò nuovamente, anche per la crisi sanitaria innescata dall'HIV / AIDS (all'inizio ottusamente definito "il cancro gay").
Per il nostro Paese è possibile mostrare che tale cambiamento inizia proprio dopo la diffusione delle notizie sul virus ed è visibile soprattutto nella generazione diventata sessualmente consapevole [Colombo 2000, 50-54].
La quantità e la tipologia dei luoghi adibiti agli incontri sessuali seguono tutto il corso di questa storia: negli anni '60, i battuage all'aperto crescono costantemente ogni anno. All'inizio degli anni '70 si registra un primo boom (40-50% di luoghi pubblici in più all'anno). Fino agli anni '80 l'aumento cala in percentuale ma non si ferma, per arrivare ad un secondo, clamoroso picco nel 1984: quasi il 51% di battuage in più in soli 12 mesi (arrivando ad 870 luoghi d'incontro). Dopodiché, un drastico calo, fino al 25,7% di posti in meno nel 1990. Alla fine degli anni '90 la discesa prosegue sempre più velocemente, ed oggi abbiamo quasi il 60% di battuage in meno rispetto al "periodo d'oro" dell'84.
I luoghi meno impersonali e più sicuri per avere rapporti sessuali (cruising bar o men's club) sono rimasti pochi fino alla metà degli anni '80 (5-10 in tutta Italia), per poi iniziare ad aumentare, fino a toccare oggi i quasi 70 locali.
Le conseguenze positive non si sono fatte attendere: solo lo 0,8% dei gay italiani sotto i 26 anni ha contratto il virus dell'HIV (contro il 9,7% degli over40). Oggi, il 77% dei maschi omosessuali pratica regolarmente rapporti protetti.
Purtroppo le nuove generazioni sono meno smaliziate nel controllare il proprio stato di salute: il 75,8% dei giovani gay non si è mai recato in un ambulatorio sessuologico o in un reparto per malattie infettive. Probabilmente perché è costituito più che altro da giovani quel 40% di gay e lesbiche che teme di ricevere un trattamento peggiore da parte dei medici a causa del proprio orientamento sessuale (e come dargli torto?).
La grandissima maggioranza degli omosessuali italiani cerca un rapporto di coppia stabile e solo un'esigua minoranza (il 12% degli uomini e l'8% delle donne) preferisce partner occasionali. Anche quest'ultima è un residuo del passato, come è testimoniato dal fatto che tale quota diminuisce con le nuove generazioni.
Ma realizzare i propri sogni è particolarmente difficile per gli e le omosessuali, perché il numero dei partner potenziali è ridotto e le possibilità di incontrarli sono limitate. In più vanno considerate l'ansia e l'insicurezza provocate dall'omofobia sociale: così, se sono molti i gay e le lesbiche che hanno comunicato a qualcuno il proprio orientamento, solo un terzo di questi è apertamente dichiarato con chiunque. Anche qui, le generazioni moderne promettono bene: il 45% dei giovani gay ed il 76% delle giovani lesbiche si tiene per mano in pubblico, rispettivamente contro il 21 ed il 57% di quelli/e dai 35 anni in su. Il 26% dei maschi under25 ed il 38% delle loro coetanee osano persino baciarsi, rispetto al 10 e al 16% delle generazioni passate.
Nonostante lo stress, dal 40 al 49% dei gay e dal 58 al 70% delle lesbiche hanno una relazione fissa. Nella fascia di età che va dai 35 ai 40 anni, un gay su cinque ed una lesbica su tre vivono insieme ad un partner dello stesso sesso. Delle coppie omosessuali oggi conviventi, un terzo è insieme da due a cinque anni, e un altro terzo da più di cinque anni.
Il 5% dei gay e delle lesbiche italiani sono genitori, arrivando al 10% dei gay e al 19% delle lesbiche dai 35 anni in su. Centinaia di essi hanno adottato un bambino (nei paesi in cui la legislazione lo consente), ma la quasi totalità lo ha avuto da una precedente relazione eterosessuale.
Il 92% delle persone gay-lesbiche vorrebbe veder riconosciuto il proprio amore da parte dello Stato ed il 46,7% (il 55,5% considerando solo le nuove generazioni) desidera avere figli, più che altro tramite adozione (il 53% di questo gruppo preferisce così), il che potrebbe evitare a questi bambini un destino fatto di solitudine, violenza e miseria.

Fonti delle ricerche (laddove non esplicitamente specificato):

Lo studio "Sesso e salute di lesbiche gay e bisessuali in Italia" del progetto "MODI DI", scaricabile qui.

[M. Barbagli e A. Colombo 2001] pubblicata col titolo di "Omosessuali moderni" da Il Mulino.

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