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giovedì 3 gennaio 2008

Israele rompe un tabù, al cinema la satira sui kamikaze.

(Panorama) Non ha provocato panico, ma al contrario esplosioni di ilarità, la presenza ieri alla Cinemateca di Tel Aviv di una Bomba che ticchetta. Dopo un anno senza più attentati suicidi palestinesi, Israele si prende il lusso di esorcizzare con qualche risata quello che per anni è stato un pericolo mortale.

Bomba che ticchetta - questo il titolo del film del giovane regista Atar Ofek, che sbeffeggia sia i terroristi palestinesi sia i soldati israeliani - potrebbe essere l’inizio di una nuova tendenza, mentre gradualmente lo Stato ebraico esce dal trauma.
Nell’idioma ebraico Pzazzà metakteket (Bomba che ticchetta) è sinonimo di ragazza molto appariscente. Un duplice riferimento alla protagonista del filmato (30 minuti a ritmo serrato): la palestinese Rauda che lascia la Cisgiordania per far esplodere un autobus israeliano. Ma oltre i posti di blocco presidiati da militari ottusi fino alla cecità c’è in agguato un Cupido che farà cadere la terrorista col corpetto esplosivo nelle braccia di un giovane ebreo, perdutamente invaghitosi di lei.
Ofek ha spiegato oggi all’Ansa che costrizioni di carattere economico e remore politiche hanno causato una severa selezione fra i candidati alle parti principali del film iconoclasta.
Rauda - la palestinese votata al martirio, che si impappina di fronte alla telecamera che la riprende prima di partire in missione e manda su tutte le furie i mandanti dell’attentato - è in realtà una israeliana di origine yemenita, Hadar Razon.
Il marito - un palestinese affamato di sesso per i prolungati coprifuoco a cui è costretto, che si scambia per telefono messaggi allusivi con una pacifista israeliana pure assetata di distensione - è in realtà un druso.
Oltre il tono caricaturistico, il film ha dosi di autenticità: ad esempio quando la telecamera indulge sulle pareti della casa di Rauda dove soldati israeliani, durante una perquisizione, hanno tracciato con lo spray slogan inneggianti alla loro brigata.
Per produrre il film, Ofek ha ricevuto il sostegno di enti pubblici. Ad opera completata sono però iniziati i problemi.
Accampando ragioni diverse, i festival del cinema di Gerusalemme e di Haifa non lo hanno voluto. La televisione commerciale Canale 2 non esclude di mandarlo in onda in futuro.
Intanto il film passa di mano in mano. Ieri, quando si è sparsa voce della proiezione, la Cinemateca di Tel Aviv si è riempita.
Poi gli spettatori hanno sgomitato per acquistare copie del film, da regalare agli amici.
Ofek dice che Bomba che ticchetta è stato ben accolto da spettatori di vario genere: ebrei e arabi, nazionalisti e pacifisti, tutti contagiati dal tono bonario. E i sopravvissuti agli attentati, gli è stato chiesto, come reagiranno? “Le gag del film” nota “sberleffano i terroristi e i soldati, non le vittime degli attentati. Non vedo perché questi ultimi dovrebbero offendersi”.

Ansa: Aldo Baquis

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