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mercoledì 9 gennaio 2008

Omosessualità e terapie riparative. Un comunicato ufficiale dal Presidente dell’Ordine degli Psicologi.

(La famiglia fantasma) Ho appena ricevuto una mail dall’Ordine Nazionale degli Psicologi Italiani. Il presidente dell’ordine ha emanato un comunicato ufficiale, che qui vi riporto:

08/01/2008 - Omossessualità e “terapia riparativa”. Lo psicologo non deroga mai
In relazione alle polemiche innescate dal reportage di Davide Varì pubblicato su Liberazione riteniamo utile fornire alcuni elementi di riflessione. Lo psicologo non deroga mai ai principi del Codice Deontologico nessuna ragione né di natura culturale né di natura religiosa, di classe o economica può spingere uno psicologo a comportamenti o ad interventi professionali non conformi a tali principi. Questo non certamente per timore delle possibili sanzioni (che pur gli Ordini puntualmente comminano), ma perché i principi del Codice sono intimamente e inestricabilmente connessi con la cultura, il sapere e il saper fare dello psicologo. “Lo psicologo è consapevole della responsabilità sociale derivante dal fatto che, nell’esercizio professionale, può intervenire significativamente nella vita degli altri…. “ e quindi “nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio/economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. …” E’ evidente quindi che lo psicologo non può prestarsi ad alcuna “terapia riparativa” dell’orientamento sessuale di una persona.

Sono parole, ma parole chiare. Magari possono essere utilizzate dal Mario Mieli per definire meglio i termini della denuncia che (pare) sta preparando nei confronti della Binetti. Ho subito riporto all’ordine: “E’ possibile che venga sanzionata la binetti? Se sì, chi deve farlo?”

Vediamo se arriverà una risposta. Intanto, l’Ordine dei medici tace, colpevolmente.

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