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mercoledì 9 gennaio 2008

La Rivoluzione di Sarkozy: via gli spot dalla tv pubblica.

(Tvblog) Nelle ultime settimane il Presidente della Repubblica Francese, il controverso Nicolas Sarkozy, è stato trattato dalla stampa mondiale (compresa quella Italiana) come una sorta di capricciosa star del cinema, inseguito ovunque per riuscire a rubare qualche suo scatto fotografico in compagnia della nuova fidanzata Carla Bruni. Il modo migliore per riappropiarsi della scena come uomo politico capace di mettere in moto grandi cambiamenti per il suo paese? Una proposta che rivoluziona il sistema radiotelevisivo.

L’idea su cui Sarko dice di voler “riflettere” è semplice: “la soppressione totale della pubblicità sulle reti pubbliche” per di più finanziata da “una tassa più alta sugli introiti pubblicitari delle reti private e da una tassa infinitesimale sul volume d’affari dei nuovi mezzi di comunicazione, come l’accesso a Internet o alla telefonia mobile“. La prospettiva, vista da qui, appare sconvolgente, eppure non è affatto una novità. Negli anni sono decine le dichiarazioni del politico italiano di turno che vuole “rinnovare la Rai”, “ridurre drasticamente la pubblicità”, “tagliare una rete”, “privatizzare la tv pubblica”: tutte grandi rivoluzioni mai nemmeno partite.

Sarkozy, che è un politico navigato, non ha parlato di date precise o di leggi, ma ha lanciato un’idea di grande effetto che, ci scommettiamo, rischia di diventare realtà molto prima di quando il Parlamento Italiano avrà approvato una singola legge che modifichi l’assetto attuale della nostra Rai. A ben guardare poi, saremmo proprio noi italiani a dover richiedere una misura del genere, proprio noi che della pubblicità sulla tv pubblica siamo le vere vittime.

Il colpo d’occhio sulle cifre è impietoso: con un Canone Tv sostanzialmente simile (intorno a 120 euro annui rispetto ai nostri 106) i francesi possono godere di una televisione che si finanzia solo per il 36% grazie alla pubblicità contro il 52% della Rai.

L’invito ai politici nostrani però non è quello di imitare Sarkozy, ma di lasciar perdere, di promesse da marinaio ne abbiamo sentite fin troppe.

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