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domenica 2 dicembre 2007

Fini contro Bassolino “Processatelo subito”.

Il leader di An in città lancia D´Amato al vertice della Regione.

(Roberto Fuccillo - La Repubblica, edizione di Napoli) Bassolino in galera e D´Amato a Palazzo Santa Lucia. Un doppio sogno, non di Schnitzler, ma di An. È emerso con chiarezza alla Mostra d´Oltremare, dove il partito chiudeva la due giorni di conferenza regionale alla presenza di Gianfranco Fini. Il leader nazionale si è trovato di fronte uno spettacolo insolito: in platea alcuni ragazzi di “Azione giovani” avevano srotolato uno striscione col faccione di Bassolino dietro le sbarre, immaginando un rapido svolgimento del processo sulla emergenza rifiuti. «Processatelo», era lo slogan intanto scandito dalla sala del teatro Mediterraneo. Fini ha sorriso e poi ha colto due piccioni con una fava sul fronte della popolarità: «Dopo il Napoli in serie A, obiettivo già raggiunto, questo è il prossimo».
Bassolino ha dribblato l´inelegante attacco, ma ha affidato la risposta al suo vice, Antonio Valiante. Il quale ha evidenziato «le pulsioni giustizialiste e squadriste ancora predominanti in An», ha ribadito che Bassolino si affida alla magistratura «in modo che si possa chiarire la limpidezza della sua posizione, facendo luce su eventuali illegalità commesse lungo tutto il periodo di commissariamento» (cioè compreso quello di Antonio Rastrelli), e ha notato che «per questo vuoto spinto di proposta politica, An non riesce da tempo a raccogliere il consenso degli elettori e ad essere parte attiva dei processi di sviluppo di Campania e Mezzogiorno». Infine, «se si vuole per forza fare riferimento a vicende giudiziarie in corso, bisognerebbe perlomeno avere la correttezza e lo stile di richiamarle tutte», chiaro riferimento all´inchiesta che vede coinvolto Mario Landolfi per i rapporti nel casertano fra politica e ditte in odor di camorra. Si inalbera anche Tino Iannuzzi, segretario regionale del Pd: «Toni rozzi e inaccettabili, atteggiamenti incivili: la nostra destra fa riemergere il suo vero volto dopo il divorzio da Berlusconi».
A proposito di Berlusconi, «lui e Bossi - aveva detto nel frattempo Fini - devono capire che la prima realtà da cambiare è quella meridionale. Ma va ripensato il modo ideologico con cui si è costruito il federalismo negli ultimi dieci anni». È la tesi esposta dal responsabile del settore Mezzogiorno, Marcello Tagliatatela, e dal coordinatore regionale, Landolfi. La formula finale è «più Stato e più mercato». E se Fini nello Stato ci mette anche «più polizia nei quartieri», andando poi a Sant´Antimo a far visita alla famiglia di Francesco Gaito, il tabaccaio ucciso durante un tentativo di rapina il 7 ottobre, il partito si aggrappa al mercato, anzi all´industria, osannando Antonio D´Amato, presente in sala per una tavola rotonda, come successore di Bassolino. «Governatore, governatore», ha gridato la platea all´ex presidente di Confindustria, che due anni fa declinò analoga offerta di Berlusconi. Italo Bocchino, l´uomo che poi fu scelto per la sfida a Bassolino, lo ha spinto: «Questa tua passione, questa tua intelligenza, dalle alla politica». D´Amato ha ripetuto che «cerco di fare bene il mio mestiere, non mi fate dire cose che non voglio dire». Ma nell´aria sono rimasti anche un «no, non adesso» e un «sono sempre stato bipolarista», che suonano come una porta semiaperta. Intanto Fini chiudeva la sua giornata a San Gregorio Armeno, dove gli veniva regalato un «pastore» a sua immagine, mentre una signora ostentatamente ne chiedeva alla stessa bottega artigiana uno analogo di Berlusconi.

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