Lunedì 3 dicembre al Teatro Mercadante|ore 21, il paleontologo inglese Richard Fortey e il genetista italiano Luigi Luca Cavalli Sforza, protagonisti del secondo appuntamento di "La parola contesa" il ciclo di incontri condotti da Vittorio Bo dedicato alla parola “Evoluzione”.
Dopo il successo registrato lunedì 26 novembre dall’incontro sulla Bioetica – con la sala gremita in ogni ordine, a conferma dell’interesse raccolto dal genere di manifestazione (vedi il ciclo Che cos’è…?) – sarà Evoluzione la parola che si contenderanno, sollecitati da Vittorio Bo, il paleontologo Richard Fortey e il genetista Luigi Luca Cavalli Sforza.
Spesso si riflette e si studiano le migrazioni dei popoli e degli animali. Meno si fa caso al percorso mentale e fisico delle idee. Su queste problematiche si confronteranno i due prestigiosi ospiti.
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Richard Fortey paleontologo, lavora al Natural History Museum di Londra. Ha partecipato a innumerevoli spedizioni paleontologiche (alcune delle quali in Italia) ed è autore di svariati saggi diventati best sellers, tra cui Terra. Una storia intima (Codice, 2005), Età: quattro miliardi di anni (Longanesi, 1999), candidato al Rhône-Poulenc Prize, e Trilobite! (Knopf, 2000), candidato al Samuel Johnson Prize nel 2001. Vincitore nel 2003 del Lewis Thomas Prize per la scrittura scientifica, Fortey è membro della Royal Society.
Luigi Luca Cavalli Sforza è uno dei massimi genetisti italiani, e ormai da molti anni si occupa di antropologia e storia. Universalmente riconosciuto come uno degli studiosi più autorevoli nel campo della genetica di popolazione e delle migrazioni dell'uomo, Cavalli Sforza è professore emerito all'Università di Stanford in California. L'impulso a diventare genetista gli venne da Adriano Buzzati Traverso, con cui mantenne sempre i contatti. Inizialmente lavora all'Istituto Sieroterapico Milanese, poi a Cambridge, in Inghilterra, dove si dedica allo studio della genetica batterica. Rientrato in Italia, insegna alle università di Milano, Parma e Pavia. Dal 1952 comincia a raccogliere dati demografici e si occupa di analisi statistiche delle società umane, utilizzando le dispense ecclesiastiche per i matrimoni tra consanguinei. Nel 1971 abbandona definitivamente l'Italia per trasferirsi all'Università di Stanford. Qui, collaborando con l'archeologo Albert Ammerman alle ricerche sulla diffusione culturale nel neolitico, fa ricorso a dati derivati dai marcatori genetici per far fronte ai pochi dati archeologici disponibili. A partire dagli anni '80, utilizzando i dati provenienti dalla linguistica congiuntamente a quelli della genetica, formula l'ipotesi che i linguaggi si evolvano sotto le stesse spinte che fanno evolvere le popolazioni.
Ingresso libero consentito fino a esaurimento posti disponibili.
Informazioni: tel 081.552 42 14 | 081.551 03 36 | www.teatrostabilenapoli.it
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