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domenica 2 dicembre 2007

Svizzera. Un’infezione «amorosamente» trasmissibile.

Donne giovani e maschi omosessuali vittime di contagio nella coppia stabile.

(Corriere del Ticino - Andrea Ostinelli, AAT) Le ultime stime di cui si dispone ci dicono che in Svizzera (come nel mondo occidentale) un nuovo contagio su due, tra i maschi omosessuali, avviene nelle coppie stabili. Anche tra le giovani donne eterosessuali, sta avvenendo qualcosa del genere.
L’infezione da Hiv costituisce la più temuta in assoluto tra quelle sessualmente trasmissibili; la si può sì tenere a bada mediante l’assunzione quotidiana di farmaci, ma non guarire. Una volta entrato nel corpo, il virus vi resta e prolifera, vita natural durante. L’Hiv è legato al sesso e se, riferito alla realtà gay, dall’esterno è stato visto come conseguenza di consumo sessuale smodato. Tale visione parziale che si accanisce sui «sintomi» (come il maggior consumo di sesso anonimo) e non si cura delle «cause» (la mancanza di autostima o la solitudine degli omosessuali indotte dalla discriminazione sociale nei loro confronti), torna comoda a quanti vogliono imporre una visione moralizzatrice dell’epidemia «castigo divino».
L’ Ufficio Federale della sanità pubblica e l’ Aiuto Aids Svizzero, lungi dal voler stigmatizzare la comunità omosessuale, hanno sempre posto particolari attenzione e mezzi al servizio della prevenzione destinata a tale gruppobersaglio. Trattamento prioritario, giustificato dalla peculiarità degli stili di vita, dei codici comportamentali e delle pratiche sessuali invalse in tale comunità, che – fatte le dovute proporzioni – paga sulla propria pelle e col proprio sangue il tributo più pesante all’ Aids.
Ma come avviene il contagio nella coppia? Esso si verifica nell’ambito di una relazione amorosa, fondata sulla fiducia reciproca. Un partner è sieropositivo e non lo sa, l’altro è sieronegativo e in ragione del suo amore non sospetta nulla. Il preservativo, ricordo asettico di rapporti occasionali di solo sesso, è presto abbandonato. Il contagio si consuma così durante l’atto d’amore, in casa. Al primo test, la notizia della sieropositività si abbatte sulla coppia, spesso mandando in frantumi la fiducia riposta nell’altro e, in generale, verso il prossimo. Ciascuno rimarrà stordito per conto suo, con il proprio dolore e con un pesante fardello di certezze e d’incognite per l’avvenire:le pastiglie ogni giorno fra le certezze, la qualità e la durata della vita fra le incognite. Alla luce di tutto ciò, l’Hiv sta diventando, soprattutto per gli omosessuali, un’infezione «amorosamente» trasmissibile. Una constatazione agghiacciante, che obbliga gli attori della prevenzione – e non soltanto loro – ad avere una nuova visione del contagio e ad agire su nuove leve razionali ed emotive per scongiurarlo.

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