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lunedì 19 novembre 2007

Il gossip è una scienza esatta, regolata da leggi matematiche.

http://www.flickr.com/photos/kamshots/193853553/
(Panorama) Le copertine dei settimanali di gossip vanno ormai strette a quello che un tempo si chiamava pettegolezzo, attività talvolta biasimata, tuttavia sempre praticata senza lesinare gustosi dettagli, anche quando a essere preso di mira non è un vip ma il collega d’ufficio. La chiacchiera maliziosa sulla vita privata altrui ha imprevedibilmente spiccato il balzo sulle più autorevoli riviste scientifiche internazionali, come quella dell’American Physical Society, che ospita uno studio (file pdf) sul rapporto tra l’ampiezza di estensione e la rapidità di diffusione di un pettegolezzo, realizzato da un gruppo di fisici sparsi tra la Germania, la Svizzera, il Brasile e il Portogallo. Il complesso modello matematico da loro elaborato poggia su un campione di più di 90.000 studenti di 84 scuole, e prende in considerazione due variabili: il fattore e il tempo di diffusione. Il primo coincide con il numero di amici della vittima che vengono a conoscenza del pettegolezzo che lo vede involontario protagonista, e viene quantificato con il numero 1 nel caso peggiore, quando cioè la diceria giunge a tutti gli amici e conoscenti, nessuno escluso. Il tempo calcolato è invece quello minimo necessario affinché la stessa diceria riesca a raggiungerli uno per uno a passaparola avviato. Il risultato è che il numero ottimale di amici che serve all’interessato per minimizzare la diffusione di un pettegolezzo più o meno compromettente è di circa sei; superata questa soglia, la sua diffusione può diventare inarrestabile e devastante. Alla vittima, la matematica concede però in tal caso di confidare in una propagazione molto più imperfetta e rallentata, approntando così qualche opportuno rimedio per demolire la credibilità delle voci in circolazione al suo riguardo, come quello di mettere in serio dubbio l’autorevolezza e la rispettabilità della probabile fonte. Impresa comunque non facile dato che, come chiarisce un ulteriore studio pubblicato dalla rivista dell’Accademia delle scienze statunitense, il potere del pettegolezzo è tanto forte che spesso vi si crede anche quando la propria conoscenza diretta di una persona indurrebbe a smentirne il contenuto.

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