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lunedì 19 novembre 2007

Rifiuti, politica e camorra a Mondragone: Landolfi tra gli indagati.

L'ex ministro di An: «Non ho nulla da temere sono a disposizione della magistratura».

(Ifatti.com) Anche l'ex ministro delle Comunicazioni e attuale presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi (An) risulta nella lista degli indagati nell'ambito di una inchiesta su intrecci tra camorra e politica per la gestione della raccolta rifiuti a Mondagrone (Caserta). «Fino a questo momento non ho ricevuto alcun avviso - dice intanto Landolfi -. Ma sono a disposizione della magistratura. Sono sereno, non ho nulla da temere». Il nome di Landolfi comparirebbe nel filone che riguarda le dimissioni di un consigliere date per salvare la giunta capeggiata dal sindaco Ugo Conte. Ma Landolfi spiega «Da gennaio 2007 noi di Alleanza nazionale siamo fuori dall'amministrazione di Mondragone».
La Guardia di Finanza di Mondragone, la squadra mobile della Questura di Caserta e il comando provinciale dei Carabinieri di Caserta hanno eseguito sei ordinanze applicative di misure cautelari personali per i delitti di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione e corruzione di pubblico ufficiale, aggravate dalla finalità camorristica e truffa ai danni dello Stato. Tali provvedimenti sono stati emessi dal G.i.p. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. E’ stato inoltre eseguito il sequestro preventivo di un ingente credito, dell’ammontare di euro 4.700.000,00, vantato dalla Eco4 spa nei confronti del Consorzio CE4 ed oggetto di fraudolenta cessione ad un Istituto di credito. L'inchiesta altro non è che il prosieguo di quella che già nel marzo scorso ricostruì la continua e costante pressione “mafiosa” di affiliati al clan La Torre, dominante in Mondragone e zone limitrofe, esercitata dal 2001 almeno sino alla prima metà dell’anno 2005 nei confronti della spa Eco/4 nonché la profonda infiltrazione del medesimo clan, nello stesso arco temporale, all’interno dell’amministrazione comunale di Mondragone, pressione ed infiltrazione che hanno trovato un rilevantissimo ed indispensabile dato di sintesi e di collegamento tra le diverse entità (Pubblica Amministrazione, da un lato, e sodalizio La Torre dall’altro) nella figura di Giuseppe Valente – già Presidente del Consorzio CE4. Le indagini hanno, inoltre, infranto il patto di omertà che legava gli amministratori dell’ECO4 s.p.a. - partners del socio occulto mafioso, riconducibile agli esponenti apicali del clan dei casalesi - alla criminalità organizzata di Mondragone, svelando l’esistenza di una coeva tangente periodica, pari a 15.000 euro mensili, versata dai vertici della società mista Eco 4 s.p.a. per circa quattro anni. Tale tangente costituiva una rilevante fonte di reddito criminale del gruppo e la dipendenza finanziaria del clan rispetto all’amministrazione locale. La soggezione finanziaria si traduceva nell’intervento richiesto dalla parte politica al clan locale, poi attuato, nel dare sostegno alla Giunta comunale, apporto che vedrà poi necessariamente implicata – per la concessione di posti lavoro – la parte imprenditoriale. Valente risultava la cerniera tra la sfera politico/amministrativa comunale, il potere imprenditoriale e l’aggregazione mafiosa, risultando capace di realizzare i diversi interessi mediando tra i rispettivi protagonisti e procedendo a complessi accordi sinallagmatici. Da un lato infatti induceva gli uomini del clan La Torre ad assicurare, grazie al loro proprio incontrastato potere mafioso, un decisivo appoggio ai fini della nascita e della permanenza in vita della giunta di Conte e dall’altro avvantaggiava il clan per il tramite della società mista Eco4, garantendo un sicuro benessere economico a tale società, potendo così assumere – a titolo permanente ovvero temporaneo – nuovi dipendenti, nella loro quasi totalità legati al medesimo gruppo delinquenziale. Le indagini hanno inoltre chiarito un’ulteriore ingente truffa ai danni dello stato, per un importo pari a 4 milioni e settecentomila euro, condotta da Valente, Michele e Sergio Orsi – questi ultimi due anche attraverso il prestanome Aldo Schiavone ed il Direttore Generale del Consorzio CE4 Claudio De Biasio – e da alcuni dipendenti e funzionari della BNL. Le manette sono dunque scattate ai polsi di: Giuseppe e Giacomo Fragnoli, Vincenzo Filoso, Gennaro Sorrentino, Augusto La Torre e Giuseppe Diana. Individuato, inoltre, uno dei mandanti delle attività estorsive, ovvero Antonio La Torre – all’epoca latitante in Scozia -, e Aniello Pignataro quale co-esecutore.

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