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martedì 2 ottobre 2007

Sudafrica: successo clamoroso di Sexpo, la fiera del sesso.

(Panorama) A memoria d’uomo, in Sudafrica non si era mai visto un artista dipingere un ritratto con il proprio pene. Ormai è cosa fatta. Sexpo, la fiera del sesso importata dall’Australia, ha appena chiuso la sua prima edizione sudafricana e gli organizzatori già festeggiano il successo clamoroso registrato dalla manifestazione in un paese dove la libertà sessuale muove ancora i suoi primi passi. Accade alle porte di Johannesburg, dove decine di migliaia di cittadini sudafricani, giovani e meno giovani, bianchi e neri di ogni tendenza sessuale, si sono precipitati nella cinquantina di stand messi a loro disposizione per buttare in soffitta i principi calvinisti che hanno asfissiato la nazione sudafricana durante l’apartheid. “In quell’era” ricorda il quotidiano nazionale The Indipendent, “chiunque viaggiava in Sudafrica con una copia di Playboy poteva essere arrestato”. Oggi non più. Tra le aperture a catena di sexyshop e la legalizzazione del matrimonio omosessuale, il Sudafrica ha deciso di intraprendere un percorso (sessuale) radicalmente opposto rispetto ai suoi vicini di casa. Così, mentre il dittatore dello Zimbabwe Robert Mugabe continua a paragonare i gay a “dei maiali e dei cani”, la nazione arcobelano decide di avventurarsi nel bel mezzo di realtà fantasiose in cui soddisfare i desideri con vestiti lussuriosi, oggetti provocanti e letture immorali. Sexpo sarà quello che è (molti l’additano come una manifestazione utile soltanto ad alimentare il business della pornografia), ma nonostante la pioggia di critiche, Silas Howarth, il responsabile della fiera, è convinto che “questo genere di eventi consente ai sudafricani di rapportarsi al sesso con molta più serenità”. In un paese devastato dalla piaga dell’Aids, alcuni esperti sono del parere che una manifestazione come Sexpo può rivelarsi efficace per mettere “a nudo” le prese di posizione assurde assunte dal governo sudafricano nei confronti della pandemia. È infatti risaputo che il presidente Thabo Mbeki non riconosce l’Hiv come una malattia che si trasmette sessualmente, precludendo così ogni forma di dibattito pubblico sui comportamento sessuali che la società civile giudica indispensabile nella lotta anti-aids.

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