(Il Giornale) Teheran - Marchi di moda occidentali al bando. L’Iran contro Benetton, Dolce e Gabbana e Louis Vuitton: la stretta delle autorità contro le donne che non vestono in modo sufficientemente consono ai dettami islamici ha preso di mira le "griffe", accusate di esercitare una "cattiva influenza" sulle consumatrici e, per quanto riguarda Benetton, di essere legato ai "sionisti". Tutti contro Benetton Secondo quanto scrive il giornale riformista Etemad-e-Melli, cinque deputati hanno scritto una nota di protesta al Parlamento nella quale chiedono di "impedire l’influenza di Benetton nella moda e nello stile dell’abbigliamento femminile". Lo stesso giornale informa che anche il presidente del Majlis Gholam Ali Hada-Adel si è associato alla protesta contro Benetton, colpevole di non usare la lingua farsi per le insegne e le pubblicità dei suoi negozi: "I due negozi che ho visto non usano le iscrizioni in farsi e tutte le scritte sono in inglese. Tutto questo deve essere impedito, in linea con la legge". Secondo un altro giornale dell’ala radicale iraniana, Siasat-e Ruz, gli stessi deputati hanno messo in guardia il ministero degli Interni perché "blocchi l’influenza del milionario sionista Benetton nel campo della moda e dell’abbigliamento femminile". Al bando D&G e LV La nuova direttiva del presidente del Majlis, il parlamento di Teheran, e dai quattro membri della Commissione Cultura, che hanno già chiesto la chiusura di sette negozi che commercializzavano i prodotti Benetton, colpisce Dolce e Gabbana e Louis Vuitton. Il gruppo di Treviso e Luciano Benetton, accusato di essere "un sionista", non sono quindi gli unici a essere entrati nel mirino della nuova ondata moralizzattrice che sta travolgendo la società iraniana. Il divieto di commercializzare prodotti con la firma di Dolce & Gabbana e di Louis Vuitton, ora, va di pari passo con l’accusa di "promozione di cultura estranea all’Islam". Le due marche vengono considerate "strumenti della penetrazione culturale dell’Occidente corrotto".
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