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domenica 21 ottobre 2007

Carità vaticana.

(Flavia Amabile - La Stampa) Uno legge le parole del cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, in un'intervista rilasciata proprio a 'La Stampa' e pubblicata sabato 20. Si parla delle scritte contro il papa alla vigilia della sua visita a Napoli. Che cosa direbbe ai responsabili, chiede l'intervistatore. E il cardinale: 'Direi: questa è una scuola di violenza, di odio. E gli direi: ti insegno un'altra scuola, la scuola della convivenza, della carità, della solidarietà'.

Uno poi legge il conto finale delle spese che tutti noi sosteniamo per permettere proprio la visita di papa Benedetto XVI a Napoli. E scopre che per dodici ore di trasferta in totale, duecento chilometri di viaggio, si superano i 1,5 milioni di euro. Più in dettaglio: 750 milioni di euro stanziati da palazzo Chigi (a Napoli per l'occasione arriva anche Prodi), 350 mila euro dal Comune, 400 mila dalla Regione per addobbi floreali, accoglienza, interventi strutturali. A questi vanno aggiunti 120 mila euro previsti dall'Autorità portuale per l'atterraggio con l'elicottero.

Ora, è vero che la visita fa parte di una kermesse di tre giorni di dialogo interreligioso ma è anche vero che questi fondi servono soprattutto a garantire la sicurezza e il funzionamento della città durante la visita del papa visto che ci saranno centinaia di migliaia di persone in strada.

E, allora, se per esempio il Vaticano pronunciasse la classica frase 'non fiori ma opere di bene' riferendosi agli addobbi floreali in strada e in chiesa, oppure 'niente pranzo per noi' o qualcosa del genere, uno potrebbe trovare più credibili le parole del cardinale Sepe e condannare con maggiore forza le scritte contro il papa sui muri della città.

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