banda http://blografando.splinder.com

domenica 21 ottobre 2007

La Svizzera vota, sale l'onda xenofoba.

Il populista Blocher si avvia a vincere dopo una campagna ai limiti del razzismo.

(Andrea Nicastro - Il Corriere della Sera) E se l'incantesimo si rompesse? Se questa domenica elettorale chiudesse un secolo e mezzo di equilibrismi? La Svizzera è il Paese che faceva entrare i socialisti nel governo quando l'Europa reagiva al movimento operaio con Mussolini e Hitler. Dialogo, pace sociale, è la «Formula magica» (sono gli svizzeri a chiamarla così) che permette la convivenza di culture, lingue, religioni e partiti diversi nello stesso governo. Come si trovi l'accordo in un esecutivo tanto disomogeneo è, con quello bancario, un segreto che la Confederazione sa custodire benissimo. Ma è chiaro che funziona solo se nessuno deve tirare la cinghia. Così è stato fino a oggi. Eppure i sondaggi dicono che le cose potrebbero cambiare stasera, quando, precisi come i loro orologi, gli scrutinatori renderanno noti i nuovi rapporti di forza tra i 4 partiti maggiori. E soprattutto il 12 dicembre, quando il Parlamento uscito dalle urne di oggi dovrà eleggere il governo.

Lagenthal è come ci si immagina un paesino in Svizzera. Tetti aguzzi, strade immacolate, gente laboriosa che alle 17 torna a casa perché ha finito quel che doveva fare. In municipio l'attività ferve per prevenire l'annuale strage di ricci sull'asfalto e per convincere i virtuosi dello skateboard di fracassarsi le ossa nei luoghi preposti. Eppure anche a Lagenthal è arrivato il vento che ha messo i brividi a molte politiche nel mondo. Il terrorismo islamico, la globalizzazione che riduce i guadagni, l'immigrazione, lo Stato Sociale che vacilla: la sinistra osserva e resiste, la destra risponde con venature di razzismo, nazionalismo e populismo.

A Lagenthal lo «spiffero» si chiama Karaademi Mutalip, 52 anni, albanese di Macedonia, in Svizzera da 24 anni. Musulmano senza barba e svizzero senza cittadinanza. «Ecco — dice mostrando un disegno sul muro — questa è la cupola e il minareto che vorremmo costruire sopra il nostro Centro culturale Islamico ». Cupola in vetro per il risparmio energetico e mini- minareto da 7 metri. «Abbiamo assicurato che non disturberemo la quiete chiamando alla preghiera. Ma, niente da fare, il nostro minareto è diventato il simbolo dell'"islamizzazione" della Svizzera».

Il Centro Islamico prima era il Circolo Italica per gli immigrati pugliesi e siciliani. Poi con la crisi del tessile degli anni '90 gli italiani sono tornati a casa e sono arrivati gli immigrati dai Balcani, soprattutto albanesi dal Kosovo e dalla Macedonia. Sono loro la «pecora nera» buttata fuori a calci da tre pecorelle bianche di un manifesto elettorale del partito del miliardario Christoph Blocher, l'Unione democratica di Centro (Udc). Il messaggio ha fatto scandalo. È nato per solidarietà il Comitato della Pecora Nera. È intervenuta la presidente confederale, Micheline CalmyRey: «È inaccettabile, il poster non riflette l'apertura multiculturale della Svizzera». Ma la pecorella ha fatto centro. La campagna elettorale ha ruotato attorno ai temi della sicurezza e dell'identità svizzera cari a Blocher. Dal 1980 la sua destra è passata dal 9 al 27% diventando maggioranza relativa contro il 23% dei socialisti. «Il problema della criminalità straniera esiste», ha ribattuto Blocher che è anche ministro di Giustizia. Il portavoce snocciola i numeri: «Gli stranieri sono il 20 per cento degli abitanti, ma oltre il 50 per cento dei criminali». Quindi niente minareti. Blocher ha minacciato persino un referendum a favore di una Svizzera de-minarenizzata. Come aveva fatto per impedire l'ingresso nell'Unione Europea.
«Avremmo dovuto discutere di energia nucleare sì o no, di pensioni, di tasse e lavoro, ma abbiamo parlato solo di musulmani e ordine pubblico, esattamente l'agenda della destra», spiega il politologo Alberto Cotti.

Senza «tolleranza» la «Formula magica» rischia davvero di saltare. A fine agosto si era sparsa la voce che i socialisti volessero escludere proprio Blocher, dal prossimo governo.
C'è chi pensa sia stato lo stesso miliardario-politico a farla girare: in ogni caso, la reazione è stata la proposta di estromettere i socialisti creando un governo di centrodestra. Sarebbe la prima volta (in Svizzera) che un grande partito non ottiene la chiave per le stanze del potere confederale. In sostanza: la fine della magia.

Sphere: Related Content

Nessun commento: