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domenica 21 ottobre 2007

La rivolta dei chierici.

Trotzky blog) La strategia dell'insabbiamento non ha funzionato. La frattura tra le comunità di base e i vertici ecclesiastici è oramai incolmabile.
Se la chiesa si aspettava che la buriana passasse e le pecorelle smarrite tornassero all'ovile, resterà delusa, perchè il dissenso al suo interno non è esploso su una questione dottrinale accessibile solo agli addetti ai lavori, ma è scaturito dall'urgenza di trovare soluzioni innovative al problema di una gerarchia ancorata a dei principi avulsi dalla realtà, che si preoccupa unicamente di come sopravvivere a se stessa. Questo ha portato i credenti a lacerarsi in un mare di conflitti e ha reso il problema non è più eludibile.
I tentativi dei vertici ecclesiastici di opporsi all'approvazione delle leggi sulle Unioni Civili e il Testamento Biologico hanno trovato l'opposizione più accesa proprio tra i cattolici, che si sono espressi con una chiara maggioranza a loro favore.
I domenicani olandesi hanno invitato le comunità parrocchiali a scegliersi i propri pastori. Il guanto di sfida è stato raccolto e il Paese si è trovato coinvolto in un dibattito dal quale è emersa la ferma volontà di non concedere alla gerarchia la facoltà di privare il popolo di dio del diritto di decidere insieme sulla scelta dei loro leader. Se queste parole non sono un implicito invito a ribellarsi ai vescovi autoritari, poco ci manca.
Gli scandali sessuali e finanziari nella chiesa statunitense hanno causato l'uscita dalle comunità di base di una moltitudine di fedeli delusi e indignati. L'emorragia di consensi che è seguita alla crisi di credibilità - riporta ADISTA - ha messo in allarme un veterano della stampa religiosa americana, Robert Blair Kaiser, il quale, in occasione di un'assemblea organizzata da Call to Action, un'associazione di cattolici in posizione critica, ha esortato i credenti a riprendersi la chiesa, dando vita a tante realtà nazionali sganciate dall'astratto centralismo romano.
La lezione che possiamo trarre da eventi così rivoluzionari è che l'evoluzione della società è arrivata allo stadio della democrazia partecipativa. Decidere sulle questioni che riguardano la collettività oggi è considerato un diritto acquisìto. La democrazia non è più un guscio vuoto dal quale il demagogo di turno grida ai quattro venti le sue risibili verità.

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