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domenica 21 ottobre 2007

Il perbenismo a tutti i costi à come Lucio Dalla senza peli: Non esiste.

(Nausica Zocco - Img Press) “Gurdatevi alle spalle”, messaggio lanciato da Simona Ventura. Già, le spalle, ma la tranvata può arrivare in piena faccia, non per forza da dietro... Ora, diciamo subito una cosa: che certi personaggi siano coinvolti i certe brutte storie fa sorridere e non è facile ironia o sguazzare sulle sventure degli altri. È analizzare ciò che succede e convincersi che “siamo sotto il cielo” e può accadere di tutto a tutti, questa è la vita. Clemente Mastella, ministro di Grazia e Giustizia, noto per il suo colloquiare marziano, uomo di grossa mole intellettuale (forse più di panza che di testa), lui che ha avuto e ha ancora tanto da dire contro certi cambiamenti richiesti a gran voce dal popolo (diritti degli omosessuali, unioni civili, protesta di Beppe Grillo e compagnia, un esercito più che una compagnia, lui che sgranando gli occhi mentre parla, con il suo tic facciale, i capelli “sicuramente” del suo colore naturale, la panza che cresce e il sorriso stampato in viso davanti alla telecamera, insomma il Guardiasigilli si trova al centro di un caso tutto italiano, della serie “Si predica bene e si razzola male”, oppure “Fai ciò che ti dico, ma non fare ciò che faccio io”.

Clemente Mastella è indagato, anche se non c’è nulla di certo, anche se le indagini stanno facendo il loro corso, anche se tutti sono cauti nell’affermare certe cose solo con il beneficio del dubbio e si attendono gli sviluppi certi. Mastella indagato? L’ipotesi è quella del coinvolgimento del ministro della Giustizia nell’inchiesta di Catanzaro denominata Why Not. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella, risulterebbe essere stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Catanzaro dallo scorso 14 ottobre, anche se ad oggi non avrebbe tuttavia ricevuto nessun avviso di garanzia. Lui si dice tranquillo, completamente estraneo alla vicenda, dato che sottolinea di non essere mai stato iscritto a nessuna loggia massonica, ne' in Italia ne' all'estero, e di non aver mai partecipato a comitati d'affari o a singoli affari, come testimonia la sua trentennale vita pubblica e parlamentare nella prima, nella seconda e si spera anche nella terza Repubblica. Questa la cronaca in breve di questa vicenda legale che sta coinvolgendo Clemente Mastella: i titoli dei giornali, i servizi giornalistici, la televisione, ecc., in questi giorni stanno raccontando bene l’accaduto. Il punto è uno solo: anche la colomba bianca può sporcarsi le piume. Magari sarà un errore giudiziario, magari sono solo carte confuse, forse resterà solo l’iscrizione nel registro degli indagati e si concluderà con il possibile “fuoco nella paglia”. Ma a noi pubblico pagante, gente senza grilli per la testa, noi che mostriamo più tolleranza se al mercato l’uomo vicino a noi, mentre stiamo scegliendo la frutta al bancone, si rivolge al commesso con una vocina dolce e poi si allontana sculettando, noi che davanti a Don Sante, il prete innamorato di una donna, vediamo prima d’ogni cosa l’Uomo, noi che davanti al Partito Democratico alziamo le spalle, facciamo una smorfia e concludiamo con un “si vedrà”, insomma la massa sa che un fondo di verità c’è sempre e che le due G del ministero di Mastella pesano come tutto l’alfabeto, prestandosi a diverse combinazioni: Grazia Giusta, Giustizia aGgrazziata, Grazie Giustizia!, ecc.

Si spera solo che la G di Giustizia funzioni sempre a 360 gradi senza guardare in faccia nessuno, così come è Giusto, appunto. Per la Grazia, poi, c’è sempre tempo... Solo una riflessione: in una società all’ombra di San Pietro, con le contraddizioni umane, i desideri di uomini e donne di buona volontà, con le piccole battaglie di tutti i giorni e le grandi guerre ideologiche durature, in quest’Italia a metà tra conservatori e rinnovatori, Bel Paese sempre e comunque perché alla fine è la gente la vera protagonista, anche il solo fatto del “beneficio del dubbio” nei confronti dell’impeccabile condotta di un ministro, deve far capire che tutto può succedere a questo mondo. Gli inquirenti faranno il loro lavoro. Noi ci consoliamo con L’isola dei Famosi e con una bella lezione di vita e di tolleranza che ha dato uno dei partecipanti all’edizione in corso: Cristiano Malgioglio, il personaggio eccessivo, ma non eccedente, omosessuale a testa alta, senza nascondersi mai, anche sull’isola. A distinguersi nel gruppo è stato senz’altro lui, con il suo vestiario, la sua allegria, i suoi accessori colorati. Ormai Malgioglio è fuori dall’avventura isolana ideata da Simona Ventura. L’atteggiamento dell’esuberante uomo di spettacolo e autore dei testi di cantanti famosi è stato quello di una persona ottimista e generosa, dando un contributo di ironia e allegria agli altri naufraghi. La sua preferenza per Francesco Coco è stata fin troppo evidente... Ma d’altronde dei gusti di Malgioglio nessuno ha mai dubitato. Come mai il binomio Mastella-Malgioglio? Beh: il beneficio del dubbio è la costante. Mastella ha predicato e predicato (si ricordi la sua partecipazione alla trasmissione Anno Zero riguardo i diritti degli omosessuali e le unioni civili), mostrandosi tollerante, ma rigido e giusto in nome della Legge.

Malgioglio, omosessuale sereno, è stato ed è se stesso, senza sconti alla sua identità e alla sua verità, ma lui fa parte della “categoria” analizzata quella sera durante la trasmissione Anno Zero proprio da Mastella. Il Politico quella sera sembrava non avere dubbi nel dire agli italiani che lui non è contrario alle unioni omosessuali, solo non è il caso di riconoscere gli stessi diritti degli eterosessuali, ecco tutto. Poi ha abbandonato la trasmissione. Gli omosessuali e i conviventi d’Italia, allora, oggi dovrebbero ribadire che non sono contrari a qualche errore (una volta provato, naturalmente) commesso anche da un ministro di Grazia e Giustizia, solo è il caso, magari, di riflettere su “certi pulpiti” perché la tolleranza non conosce misura e partito, ma non a senso unico. Malgioglio forever e Mastella “ballo da solo”. Magari è un accostamento azzardato, ma il “perbenismo a tutti i costi” alla lunga stanca. Prendiamola a ridere e aspettiamo che le indagini facciano il loro corso.

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