Fa scandalo l'ultima fiction Usa.
Nudi maschili e scene di sesso in prima serata.
Contestato in negli Stati Uniti il serial sulle coppie in crisi.
(Alessandra Farkas - Il Corriere della Sera) Nella prima puntata di «Tell Me You Love Me» una coppia sposata giovane e attraente si sdraia sul divano in salotto per guardare una partita di pugilato alla tv. Lei comincia a sbottonare i pantaloni di lui e, dopo un rumoroso sbaciucchiamento, mostra all’America sbigottita l’esplicita nudità frontale del suo superdotato partner. La scena — senza precedenti nella storia del piccolo schermo Usa — ha creato un tale vespaio di reazioni e polemiche da trasformare il nuovo dramma della HBO nel serial più controverso e chiacchierato della nuova stagione americana.
TRE COPPIE - «Tell Me You Love» — in onda ogni domenica alle 21 — entra nella camera da letto di tre coppie in crisi, tutte in terapia dalla Dottoressa May Foster (Jane Alexander). Una consulente matrimoniale e psichiatra del sesso sulla sessantina che, dopo 43 anni di matrimonio, mantiene un’effervescente relazione erotica col marito pensionato Arthur (David Selby). I suoi pazienti più giovani sono Hugo e Jamie (Luke Kirby e Michelle Borth), ventenni, che fanno tanto sesso — e ovunque — finché i loro progetti matrimoniali naufragano a causa della gelosia (di lei). Poi vengono Palek e Carolyn (Adam Scott e Sonya Walzer), trentenni, ricchi e affermati ma con una vita erotica turbata dall’incapacità (di lui) di procreare. Einfine Dave e Katie (Tim DeKay e Ally Walker) due bravi ma stressati genitori sulla quarantina che non hanno rapporti da oltre un anno, nonostante si adorino. Se alcuni critici hanno paragonato la tematica a Scene da un Matrimonio di Ingmar Bergman e Mariti e Mogli di Woody Allen, lo stile dello show viene definito «rivoluzionario» dagli addetti ai lavori. «Prima d’ora solo i canali porno a pagamento si erano spinti tanto in là», sentenziano i media, sbigottiti per quelle scene di sesso, eiaculazioni, autoerotismo e nudità completa e frontale. Soprattutto maschile.
L'AUTRICE STUPITA DEL CLAMORE - Anche la 47enne ideatrice dello show, Cynthia Mort («Roseanne», «Will&Grace ») si dice stupita. Ma per ragioni opposte. «Chi l’avrebbe mai detto che l’orgasmo di Palek di fronte alla partita di boxe sarebbe stata la scena più scioccante per gli americani?», afferma la Mort. «Gli attori uomini sono molto più puritani delle donne quando si tratta di spogliarsi. Non sono abituati». Proprio questa «riluttanza» maschile spiegherebbe gli indici d’ascolto deludenti della prima puntata dello show che nonostante lo straordinario frastuono pubblicitario ha attratto soltanto 910 mila spettatori, quasi tutte donne: una miseria per il leggendario canale via cavo di «Sex and the City» e «I Soprano ». Lo sdegno del pubblico maschile si è sbizzarrito nella blogosfera. «Si tratta di pornografia ben confezionata», tuona su Variety.com AJ Workman. «Con un cast di signori "nessuno" privi di talento — gli fa eco Shep — ingaggiati solo perché disposti a simulare sesso e spogliarsi». Come altri show pionieristici, anche «Tell Me You Love me» ha spaccato in due il Paese, con i conservatori contro e i liberal a favore. «La nudità maschile completa e frontale è sempre stata considerata molto più tabù di quella femminile—teorizza Darren Star, produttrice esecutiva di «Sex and The City» —. Molti ad Hollywood sono decisi a raggiungere l’eguaglianza anche in questo campo». I tempi sono maturi. «Nell’era di Hillary gli uomini farebbero meglio ad abituarsi all’idea di vedersi ridotti ad oggetto e quindi de-mascolinizzati, come hanno fatto loro per decenni con le donne, privandole del loro appeal femminile », ironizza il New York Observer. Vendetta femminista di una Hollywood dove le donne oggi sono capi di studios, registe e sceneggiatrici? «No, pari opportunità — ribatte la Mort, l’ideatrice —. In nome dell’eguaglianza vera, non mi azzarderei mai a mostrare una donna nuda e non un uomo». Ma anche il suo «coraggio» ha dei limiti. Il New York Times, cui è piaciuto, accusa lo show di «timidezza» perché «non osa mostrare i corpi rugosi della psichiatra e del marito mentre fanno l’amore nudi a letto ».
La vera sfida, adesso, è far breccia su una società che, alla base, resta profondamente bigotta e puritana. Basta pensare al putiferio scoppiato lo scorso febbraio quando Susan Patron vinse il prestigioso premio letterario per l’infanzia Newbery Medal per The Higher Power of Lucky. Il motivo? I bibliotecari da un angolo all’altro del Paese si dissero «scandalizzati» dall’uso nel testo del termine «scroto» per raccontare il punto in cui il serpente della storia aveva morso il cane.
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