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lunedì 30 giugno 2008

Polemiche. Il Gay Pride turba i cattolici Pd. Vecchi: così perdono voti.

Il Gay Pride turba i cattolici del Pd mentre la Curia, attraverso monsignor Ernesto Vecchi, chiede alla politica più coraggio dopo "la vergogna delle offese al vescovo" durante la sfilata di sabato scorso alla quale hanno partecipato oltre 50mila persone. Un corteo festoso dove non sono mancati slogan contro la Chiesa. Col segretario del Pd Andrea De Maria che ha preso le distanze.
(La Repubblica, edizione di Bologna) Il Pd e i politici seri stiano attenti ad appoggiare manifestazioni come il Pride. Rischiano di perdere voti più che guadagnarne».

Monsignor Ernesto Vecchi, vescovo vicario della diocesi bolognese, ha visto un altro Gay Pride. Non la festa di colori, coriandoli e ironia «propagandata» dagli organizzatori, ma «una manifestazione «vergognosa», perché «è una vergogna che si insulti il vescovo, che è il primo cittadino storico della città». «Insopportabili» gli insulti, i cori, i ritornelli ironici contro Vergine e santi patroni. «I politici dovrebbero capire che non si può andare avanti così. Che queste persone non vanno appoggiate. Si ricordino invece, i politici, che chi ha attaccato la Chiesa ha preso lo 0,9% alle ultime elezioni. Anche sabato in piazza non c´erano più di 50mila persone. Cosa sono 50mila? Un nulla. Uno 0,9% appunto».

Ecco perché la politica «non deve più avere paura», dice citando la massima più famosa di papa Giovanni Paolo II. Anzi, deve «trovare il coraggio di dire qualcosa contro queste che non sono altro che degenerazioni del gusto e del buon senso».

Monsignor Vecchi, che ne pensa del Gay Pride? Alla fine, nonostante la sobrietà, gli attacchi alla Chiesa sono arrivati.
«Mi pare che riveli le vere intenzioni di certe manifestazioni, che non sono espressioni di autentica libertà, ma un segno di disintegrazione dei valori. Quello che è stato fatto sabato con è un vero e proprio sgarbo alla città. Consiglierei a questa gente di leggere la lettera di San Paolo ai romani, capitolo primo».

E´ quella che parla di "Rapporti contro natura". Ma gli organizzatori sostengono di voler solo difendere i diritti Lgbt.
«Ma qui non si tratta di diritti o di doveri. Quella cui abbiamo assistito è stata una vera e propria degenerazione del buon senso. Una manifestazione contro qualcuno, cioè la Chiesa e i suoi valori, e non per qualcosa. E dirò di più. Mi meraviglio molto che la politica lasci che si attacchi la Madonna di San Luca e i santi di Bologna. Lo dico a quei politici che forse pensano di tenere i piedi in due staffe».



Parla del Pd, che ha aderito al Gay Pride ma poi si è presentato a ranghi ridotti?
«Anche del Pd. A loro ricordo che quelli che erano in piazza sabato sono gli stessi che alle elezioni sono stati spazzati via. Esclusi dal parlamento. Io non vorrei che ci siano politici che ora pensano che andando a manifestare con questa gente si guadagni un punto in più. Sappiano che è più facile che ne prendano uno in meno».

Ne è sicuro?
«Io non sono un politico, sono solo un cittadino. Ma da cittadino guardo prima di tutto alla Costituzione. La Costituzione parla di "matrimonio", tra un uomo e una donna. E´ la stessa Costituzione che cita anche il presidente Giorgio Napolitano. E poi penso che anche il metodo sia sbagliato: la piazza non fa democrazia. Spesso fa solo confusione. La democrazia sta in Parlamento, dunque i politici stiano in Parlamento e abbiano il coraggio di dire qualcosa».

I cattolici le sembrano troppo timidi?
«In questi casi sì. Dico loro di non avere paura, di far sentire la loro voce quando si attaccano la Chiesa e i valori della Costituzione».

In realtà però le contestazioni sono state limitate e il corteo molto tranquillo. E´ sicuro di non esagerare?
«Affatto. Io credo sia una vergogna assoluta che in una manifestazione pubblica si insulti il vescovo della città. Cioè il primo cittadino di Bologna. Non in senso sociale, perché quello è il sindaco, ma certo in senso storico».

C´è stato anche un tentativo da parte dei manifestanti di "riprendersi" il Cassero che ora ospita il mausoleo della Madonna di San Luca.
«Ecco appunto. Il Cassero è della Madonna. La madre del Signore. Perché mai andare a imbrattare i luoghi che ci sono cari? Ma soprattutto che sono cari alla tradizione di Bologna».

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