Il sergente maggiore John McDougall: «Un grande passo in avanti». Un milione di persone per strada a fare festa.
Sarà stata la pioggia del mattino, ma ieri l’arcobaleno era più brillante che mai per le strade di Toronto. E tra i colori che hanno acceso le strade cittadine, quest’anno, per la prima volta c’erano anche quelli delle forze armate, salutate con un ovazione dal pubblico che per vedere la sfilata non esita ad appostarsi non solo per le strade ma anche sui tetti di Yonge Street. Per il sergente maggiore John McDougall, da 13 anni gay dichiarato nelle fila dell’esercito, poter finalmente sfilare in divisa davanti a un milione di persone per le strade di Toronto «è un grande passo in avanti».
Ma quello che si capisce a prima vista vedendo la parata che conclude la settimana dell’orgoglio omosessuale è che a Toronto il Gay Pride è una festa di tutti e per tutti. Una festa a cui nessuno sembra voler mancare, dalla “pattuglia” dell’Ndp in bicicletta capitanata da Jack Layton ai giocatori di Hockey che scivolano su pattini a rotelle con il rainbow attaccato alla mazza e augurano al pubblico ai lati delle strade un «felice orgoglio».
Scuolabus e ambulanze lasciano il passo ad acrobati nudi e agli amanti della pelle nera, e ancora uomini vestiti da geishe e i genitori degli omosessuali che marciano orgogliosi dei loro figli. Tutti si divertono in quella che presto si trasforma in una battaglia con pistole ad acqua di cui fa le spese anche il primo cittadino di Toronto, David Miller, che come ogni anno non diserta la parata, insieme a tanti altri personaggi pubblici.
E anche quest’anno non mancavano i pompieri, icona gay, che si sono presentati in stradda vestiti solo dalla vita in giù e non hanno esitato a baciarsi davanti al pubblico. Ma non era una provocazione, era solo un bacio.
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