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lunedì 11 febbraio 2008

Elezioni 2008: cosa chiediamo alla politica. Al primo punto laicità dello stato.

(Franco Londei - Secondo protocollo) E' iniziata ieri la campagna elettorale del PD (Partito Democratico) e presumibilmente a breve inizierà anche quella degli altri partiti, a partire dal Partito delle Libertà. Noi come sempre non entreremo nel merito politico delle idee, pur avendo comunque ognuno la nostra, ci limiteremo nel nostro piccolo a fare alcune richieste pre-elettorali ai politici di tutti gli schieramenti. Una sorta di lista della spesa che speriamo possa ricevere adeguate risposte.

La prima richiesta e sulla quale intendiamo chiedere un impegno preciso e inderogabile è che, chi vincerà le elezioni, si impegni da adesso e pubblicamente a garantire la laicità dello Stato. Riteniamo che questa sia una clausola indispensabile per qualunque forza politica, a prescindere dal credo religioso del singolo politico. Negli ultimi mesi si sono viste troppe intromissioni Vaticane nella politica italiana e questo non è più tollerabile, specie quando dette intromissioni vanno a intaccare Diritti acquisiti. Su questo vorremmo dai politici un impegno chiaro e non interpretabile.

La seconda richiesta riguarda proprio i Diritti dei cittadini italiani. Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un progressivo deteriorarsi della situazione dello Stato di Diritto. La povertà è aumentata in maniera esponenziale, i servizi dello Stato si sono drasticamente ridotti. Spesso il cittadino è abbandonato a se stesso, in balia degli eventi. Occorre al più presto ripristinare i Diritti essenziali sanciti anche dalla Costituzione. Che dire poi della giustizia? In Italia chiunque delinque sa che lo può fare perché due giorni dopo è fuori. Il cittadino non si sente più tutelato, si sente costantemente in pericolo. Spesso si vede negare diritti che invece vengono garantiti ad altri che magari non sono nemmeno italiani. Se è giusto che tutti abbiano diritti e doveri è altrettanto giusto che i primi a usufruire dei diritti debbano essere i cittadini italiani oltre che a essere i primi ai quali vengono richiesti i doveri.

E qui (terza richiesta) andiamo su un tasto dolente che so essere molto dibattuto: quello dell'immigrazione. E' chiaro che l'immigrazione vada regolamentata in maniera ferrea ma dinamica. Chi arriva in Italia deve essere in grado di regolarizzare la sua posizione in breve tempo, ma chi non lo fa deve andarsene. Stesso discorso per chi delinque. Chi commette un reato grave ed è condannato in maniera definitiva deve essere espulso immediatamente. E' importante mettere regole precise per la comune convivenza, regole che devono essere rispettate da tutti, pena l'allontanamento che deve essere immediato e reale. Discorso diverso per i profughi. Non possono rimanere mesi e mesi nei CPT, occorre snellire le pratiche di riconoscimento e le procedure di tutela e inserimento di coloro che hanno diritto allo status di profugo o di rifugiato politico. Attualmente i CPT non sono altro che veri e propri campi di concentramento, strapieni e senza i servizi essenziali. Chi si vede affidato il compito di gestirli lo deve fare in maniera appropriata altrimenti se ne va a casa e lascia il posto ad altri. Fino ad oggi lo scarso controllo sulla immigrazione ha garantito alla malavita organizzata mano d'opera a bassissimo costo e ha consegnato migliaia di esseri umani nelle mani di personaggi senza scrupoli che li hanno sfruttati senza ritegno. Occorre mettere fine a questa situazione.

E qui (quarta richiesta) si va a parlare anche di cooperazione e sviluppo. Uno dei migliori sistemi per limitare l'immigrazione è quello di dare ai potenziali migranti i mezzi per crearsi un futuro nella loro terra d'origine. Negli ultimi anni abbiamo invece assistito a continui tagli dei fondi destinati alla cooperazione. Prima che Prodi andasse al Governo aveva promesso un aumento dei fondi alla cooperazione per poi, zitto, zitto, rimangiarsi tutto e decurtare milioni di euro lasciando in panne decine di progetti di sviluppo già avviati. Su questo deve esserci un impegno preciso da parte della politica, la cooperazione allo sviluppo e la promulgazione dei Diritti devono essere i cardini della politica estera italiana.

La quinta richiesta riguarda proprio la politica estera. Una grande Nazione si vede dalla propria politica estera. Negli ultimi anni il Ministero degli Esteri ha visto invece un progressivo taglio dei fondi a discapito di una operatività e di una qualità dei servizi che è andata via via diminuendo. Sono state chiuse diverse sedi Consolari e altre non hanno i fondi nemmeno per pagare le bollette, figuriamoci per aiutare gli italiani che si trovano in difficoltà all'estero. Il personale consolare ha bisogno di una maggiore preparazione, di essere continuamente aggiornato sulle leggi internazionali. E' chiaro che per fare questo occorrono fondi, ma trovarsi con rappresentanze consolari che non sanno dare risposte adeguate anche a domande semplici oppure non possono agire adeguatamente per mancanza di fondi è davvero imbarazzante.

Qui mi fermo perché la lista della spesa sarebbe lunghissima. L'ultima cosa che ritengo essenziale chiedere è che in campagna elettorale si esponga un programma preciso, fatto di obbiettivi ma anche di scadenze. Inutile porsi un obbiettivo senza una scadenza precisa, si rischia (una volta al Governo) di dimenticarsene o di lasciare il lavoro a metà. Non solo, un programma politico fatto in questa maniera è molto più controllabile dall'elettore. Insomma, non deve più succedere che in campagna elettorale si promettano riforme ( quella sulle coppie di fatto per dirne una) per poi dimenticarsene completamente.

Per chiudere, un pensiero va alla questione dei detenuti italiani all'estero, un problema che ci tocca molto da vicino e che coinvolge oltre tremila famiglie. Non sarebbe male se il nuovo governo (qualunque esso sia) affrontasse seriamente questo problema e non lo sottovalutasse, specie per tutte le conseguenze che detto problema porta con se

Al contrario di quello che alcuni sostengono (Grillo per primo) l'Italia ha bisogno della politica, però che sia una buona politica, più vicina alla gente e alle richieste degli italiani, una politica che metta il Diritto in prima fila e che garantisca ai cittadini italiani quanto sancito dalla Costituzione.

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