GAYLIB ALLA MANIFESTAZIONE DEL PDL DI SAN BABILA. Con le bandiere e a testa alta per le Unioni Omoaffettive.
(Guido Keller - Gaynews) Si è svolta sabato al Tetro Nuovo di piazza San Babila, a Milano, la manifestazione organizzata da Michela Brambilla, nella quale Silvio Berlusconi ha inaugurato ufficialmente la campagna elettorale.
Tra sguardi increduli e qualche disagio sono sfilate in mezzo ad una nutrita ma poco composita folla le bandiere di GayLib, l’associazione dei gay liberali di centro-destra, i quali sono voluti intervenire a testa alta per affermare il loro diritto di dimora all’interno del centro-destra ed ancor più in quel partito che vorrebbe farsi garante di ogni libertà.
I “gaylibbini” hanno distribuito volantini con la loro proposta del riconoscimento civile dell’Unione omoaffettiva, un’alternativa ai Pacs e ai Dico del mondo culturale e del movimento di centro-sinistra: riconoscere i diritti delle sole coppie omosessuali (e non delle coppie di fatto in genere), dal momento che sono le uniche a non potersi sposare; così facendo si eviterebbe, a loro dire, di mettere in discussione i valori tradizionali legati alla percezione dell’istituto famigliare eterosessuale.
La presenza di GayLib non è passata inosservata: il presidente Oliari ha risposto alle domande rivoltegli dalla TV della Libertà, le cui immagini venivano trasmesse su un grande schermo nella sala; nell’intervista Oliari ha sostenuto l’importanza di un centro-destra laico, capace di dare, visto l’immobilismo delle sinistre, risposte anche al problema attualissimo del riconoscimento dei diritti e dei doveri della coppia gay, come già avviene nel resto d’Europa nei paesi governati dal centro-destra.
Nella sala c’è stato qualche momento di tensione fra i militanti di GayLib e chi vedeva nella presenza dell’associazione una provocazione e una possibile causa di un’eventuale perdita di voti e lo stesso Berlusconi ha ribadito con forza dal palco che l’unica famiglia è quella fatta da un uomo ed una donna.
Rimane la percezione di una giornata politica ordinaria, dove il leader Silvio Berlusconi ha ripetuto le cose di sempre, con un partito, nei fatti, disponibile solo a poche libertà.
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