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lunedì 11 febbraio 2008

Gay fiction. "Queers as folk", storia di una censura tutta italiana.

Questa serie, creata da Russell T. Davies e mandata in onda dall’inglese Channel Four, nel 1999, con un autentico record d’ascolti, racconta le avventure di tre gay, Stuart, Vince e Nathan nella Manchester dei giorni nostri. Una serie dal tema senz’altro non facile, ma affrontato in modo umoristico e tagliente, come è uso dagli abitanti d’oltremanica, nonostante i protagonisti vengano anche a contatto con i piccoli e grandi drammi di tutti i giorni.

I dieci episodi che compongono le due stagioni (8+2) furono acquistate nel 2001 da La7, ma a seguito delle polemiche rimbalzate dalla stessa Inghilterra ed alimentate da esponenti del più becero conservatorismo, non venne mai mandata in onda in chiaro. Tra il 2002 ed il 2003 venne mandato in onda dai canali satellitari Jimmy e Gay.Tv, sempre in orari proibitivi e con censure di vario tipo che vanno dal taglio incondizionato di varie scene allo stravolgimento di alcuni dialoghi.
Per fortuna il mercato dei dvd spesso rimedia a certe pecche, quindi chi ha voluto ha potuto godersi il telefilm esattamente come era stato ideato e concepito dai suoi autori.
Nel 2000 il canale statunitense Showtime, ne fece un remake, anch’esso di grande successo, ambientato a Pittsburgh che durò per cinque stagioni. Molte sono le diversità con la serie inglese a partire dall’aspetto dei protagonisti (molto comune per quella inglese, belloni da copertina per la versione americana), passando attraverso l’eccessiva enfatizzazione del sesso fine a sé stesso, fino ad arrivare all’inevitabile perdita del tipico humor britanico, asse portante della serie madre.
Attualmente, la versione statunitense di Queer As Folk è trasmesso sul canale digitale terrestre Iris, in tarda notte.
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Il promo della prima stagione.

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