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lunedì 11 febbraio 2008

Teatro. L'omosessualità o la difficoltà di esprimersi.

(B.B. Krapp's Last Post) Nella Russia siberiana una madre e sua figlia, figure connotate da una sessualità incerta, ricevono le visite di bizzarri ed altrettanto ambigui personaggi. Insieme si preparano ad una rocambolesca quanto improbabile fuga in Cina a bordo di una slitta.
Queste poche premesse offerte dalla trama non bastano a rendere con la dovuta efficacia quella che è la cifra inconfondibile del teatro di Copi, contraddistinto
da parossistico nonsense e da crudo umorismo surreale. Attraverso convenzioni e rituali presi a prestito dal teatro borghese, l'autore franco-argentino mira a
scardinarne e ridicolizzarne le fondamenta.

Egumteatro, compagnia guidata da Annalisa Bianco e Virginio Liberti, porta in scena l'irriverenza di questa pièce, allestita per la prima volta nel 1971 con la
partecipazione di Copi stesso nel ruolo della signora Garbo, collocandola in un'atmosfera da operetta già a partire dall'introduzione dei titoli di testa, proiettati in apertura di sipario.
Gli attori incarnano con la giusta dose di leggerezza ed ironia lo spirito degli strampalati personaggi della commedia: molto incisive le prove di Massimo Loreto nell'interpretare la signora Garbo e di Annig Raimondi nel ruolo di Irina, oltre alla verve, a tratti irresistibilmente comica ed efficacemente sopra le righe, della caratterizzazione offerta dal Garbenko di Riccardo Magherini.

Nonostante queste impressioni positive, l'operazione di Egumteatro non può, a nostro avviso, considerarsi del tutto riuscita. La commedia appare in diverse
circostanze come un esperimento fine a se stesso.
Il sospetto si concentra principalmente su alcune scelte registiche, prima fra tutte il ricorso eccessivo a siparietti musicali attraverso brani classici della canzone italiana degli anni '60. Pur trovandoci in un contesto di paradosso, a lungo andare questi
intermezzi sembrano accusare una perdita di credibilità, non per via del playback con cui gli attori le interpretano, ma perchè appaiono come giustificati unicamente
dall'esigenza di sostenere alcune inevitabili cadute di ritmo o fornire maggior respiro, anche in termini di durata, ad una partitura di estrema immediatezza ma
anche di rapida risoluzione.
Qualche perplessità ci resta anche nei confronti della scena. Ci saremmo forse aspettati uno slancio più originale e consono alla ricerca messa in atto da
uno tra i gruppi maggiormente apprezzati dell'attuale teatro contemporaneo. Solo nel quadro finale, dove al dialogo serrato si sovrappone un marcato simbolismo, vediamo finalmente emergere il tentativo di attribuire un'identità propria ad un testo che, seppur opera di un grande, non risulta, a nostro modo di vedere, del tutto intoccabile.
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L'OMOSESSUALE O LA DIFFICOLTA' DI ESPRIMERSI
di Copi

traduzione di Luca Coppola e Giancarlo Prati
con Massimo Loreto, Annig Raimondi, Maria Eugenia D’Aquino, Riccardo Magherini, Vladimir Todisco Grande.
regia di Annalisa Bianco e Virginio Liberti
produzione: Egumteatro, Teatro Arsenale di Milano , in collaborazione con Santarcangelo dei Teatri.
in tournèe.

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