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lunedì 11 febbraio 2008

Saggi. "Gli omosessuali": smontare i pregiudizi sull'omosessualità.

(Cadavrexquis) Gli omosessuali, del sessuologo francese Gonzague de Larocque (nella foto), è un libriccino che parla in modo schematico dell'omosessualità partendo da una prospettiva diversa dal solito. Nella sua brevità potrebbe essere usato come una specie di "catechismo" laico per chi volesse controbattere alle bestialità e alle stupidaggini che si sentono in continuazione sui gay. Gonzague de Larocque, a sua volta gay dichiarato, non intende qui fare una storia della liberazione gay o ripercorrere le solite strade, ma prende invece una serie di pregiudizi, riassunti in una frase, e li smonta uno per uno, con rigore e con razionalità. Il saggio - poco più di un centinaio di pagine - è organizzato in tre sezioni, intitolate rispettivamente: "Le origini dell'omosessualità", "Comunità e sessualità", "Religione e società". A ognuna di queste sezioni fanno capo un certo numero di pregiudizi che danno il titolo a ciascuno dei capitoli in cui l'autore dipana le sue controargomentazioni. Già scorrendo l'indice abbiamo l'impressione di passare in rassegna delle voci fin troppo comuni, che ancora oggi qualcuno porta come "argomenti" - e, soprattutto in Italia, come parte del dibattito pubblico - per negare non soltanto i diritti dei gay, ma spesso anche la realtà (cioè la vita vissuta) dei gay stessi. Per esempio, i pregiudizi che vengono smontati nella prima parte comprendono affermazioni come "L'omosessualità non è normale", "Gli omosessuali scelgono di essere così", "I gay sono effeminati", "L'omosessualità è colpa della madre", "L'omosessualità si cura".

Nella seconda parte (dedicata a "comunità e sessualità") si passa a: "Gli omosessuali celebrano il Gay Pride per provocare", "La lobby dei gay è molto potente", "La sodomia è contro natura", mentre nella terza e ultima parte tratta dichiarazioni come "Avere un figlio omosessuale è una catastrofe!", "Gli omosessuali che vogliono dei bambini sono dei pedofili", fino a quella più stupida di tutte - ma che mi è capitato di sentire in continuazione - "Se non ci fossero che omosessuali sarebbe la fine della nostra civiltà". Per scelta esplicita dell'autore, qui si parla esclusivamente di omosessualità maschile, perché - spiega - "Troppo spesso, i discorsi non assegnano alle lesbiche che la falsa collocazione di negatività obbligatoria dell'omosessualità maschile. Del resto, gay e lesbiche non veicolano necessariamente gli stessi luoghi comuni e, quando questi sono identici, non procedono necessariamente dagli stessi meccanismi". Insomma, un volumetto utile, molto didascalico, che potrebbe essere usato soprattutto da chi lavora in ambito educativo e deve esporre con chiarezza e lucidità i suoi argomenti. L'organizzazione per "luoghi comuni" - questo, del resto, è anche il nome della collana in cui è pubblicato il saggio - consente inoltre a qualunque lettore di mettere a punto le strategie retoriche immediatamente necessarie a controbattere questi stessi luoghi comuni quando li incontrerà (e li riconoscerà) nella vita di tutti i giorni. (Unico difetto del libro - ampiamente compensato dalla sua utilità - è una traduzione un po' approssimativa, ma non si può avere tutto dalla vita).

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