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venerdì 18 gennaio 2008

Stupratori o omofobi? Il centrodestra si prepara a opporsi al decreto che introduce il reato di omofobia.

(Flavia Amabile - La Stampa) E' più importante difendere le donne o gli omosessuali? Ora il centrosinistra sarà trascinato in questo crudele dibattito destinato a lacerarlo più di quanto già non lo sia.

Tutto nasce con la norma antiomofobia che a dicembre stava per fa saltare il governo. Per salvare Prodi e i suoi si decise di separarla dal decreto sicurezza in cui era stata inserita e di creare un provvedimento specifico in cui inserire la norma antiomofobia, i divieti contro tutte le discriminazioni ma anche il reato di 'stalking', le violenze ripetute contro le donne.

Due giorni fa la commissione Giustizia della Camera ha dato il via libera al provvedimento. Il prossimo passaggio sarà in aula a fine mese, dove l'opposizione ha già annunciato ogni tipo di battaglia, lasciando capire che il dibattito ruoterà proprio intorno a questa triste domanda: è più importante difendere le donne o gli omosessuali?

Una domanda che assume toni nemmeno più vagamente ricattatori nella versione di chi sta facendo di tutto per bocciarla perchè bocciare l'omofobia equivale automaticamente a bocciare lo stalking. Paola Binetti, del Pd, avverte: 'Ognuno si assumerà le proprie responsabilita'. E se lo dice lei vuol dire che i teodem della maggioranza faranno opposizione alla Camera.

I teodem faranno fronte comune con i partiti dell'opposizione. Lo dicono chiaramente Elio Vito e le parlamentari di Fi: 'La maggioranza si assumerà la responsabilità di allungare i tempi e continuare a negare alle donne la tutela cui hanno diritto'. Per la Lega parla Carolina Lussana: 'Le donne vedranno allontanarsi la possibilità dell'approvazione rapida di una legge quanto mai necessaria perché risponde ad un grave allarme sociale del Paese. Il risultato è che il centrosinistra, invece di corsia preferenziale per le donne, ha creato una lunga corsa ad ostacoli'.

E dunque buona corsa ad ostacoli per le donne che speravano di veder approvato l'unico provvedimento partorito da questo governo a loro favore.

E' una guerra non più sotterranea ormai, quella tra anticlericali e credenti. Non è chiaro chi stia vincendo perché non è detto che impedire al Papa di andare all'inaugurazione dell'anno accademico dell'università La Sapienza sia stata una vittoria laica, ma è chiaro che ogni giorno di più le posizioni appaiono distanti e che i terreni di battaglia sono in continuo aumento. Delle unioni civili, oggi chiamate Cus, non si sente più parlare ma lo scontro è in corso comunque alla Camera. Al provvedimento partorito dal governo sono stati presentati oltre duemila emendamenti. Una trentina sono della maggioranza e ripropongono, identica, la spaccatura tra forze laiche e cattoliche all'interno del centrosinistra. Che cosa accadrà lo si capirà nelle prossime settimane quando, e se, il provvedimento arriverà in Aula.

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