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venerdì 18 gennaio 2008

Firenze e il trasferimento del capolavoro di Michelangelo. "Lasciate il David dov´è ora". Soprintendenti contrari al trasferimento.

La proposta di portarlo alla Leopolda piace invece all´assessore comunale Gozzini e a Giambrone del Maggio musicale. La direttrice dell´Accademia: "Deve rimanere nella Tribuna che gli è stata costruita intorno, quello è il suo contesto". Gli agenti di viaggio associati a Confindustria: "Va bene, purché non sia messo in un posto scomodo".

(Mara Amorevoli e Simona Poli La Repubblica, edizione di Firenze) Contrari tanti, favorevoli pochi, tiepidine le istituzioni, ostili le soprintendenze. L´idea lanciata dall´assessore regionale alla Cultura Paolo Cocchi di spostare il David di Michelangelo dall´Accademia al futuro Parco della musica della Stazione Leopolda non convince ma fa discutere. «In fondo è quello che volevo», spiega lo stesso Cocchi, «la mia idea è un invito al dibattito, un´offerta per intavolare un discorso sul turismo sostenibile e il decongestionamento del centro storico. Su questi temi stanno lavorando molte regioni europee a vocazione turistica, che si pongono l´obiettivo di far crescere il numero dei visitatori evitando di concentrarli in pochi luoghi. La mia non è una provocazione: ho intenzione di mettere a disposizione delle risorse perché Comune e il ministero individuino un percorso, scegliendo alla fine la destinazione più idonea». Rutelli per il momento tace. Parla al suo posto il sottosegretario ai Beni culturali Andrea Marcucci: «Ritengo che al momento non sia possibile formulare alcun giudizio rispetto all´ipotesi di Cocchi», si limita a dire. «Prima di entrare nel merito di questa come di eventuali altre proposte, desidero comunque sottolineare che il ministero deve far valere in primo luogo le ragioni della tutela, della salvaguardia e della sicurezza dell´opera d´arte». Il sindaco di Firenze Leonardo Domenici concorda sulla necessità di affrontare la questione dell´alleggerimento di certe direttrici del centro di Firenze: «Nella sua lettera Cocchi individua nella tramvia il simbolo di un cambiamento contro la retorica dell´immobilismo e introduce il concetto di turismo sostenibile. Si può discutere di questo e di altro ma c´è un tempo per ogni cosa. Oggi non è questa la priorità. Anche Martini, che ho sentito per fissare presto un incontro tra la giunta comunale e regionale, concorda sul punto». L´assessore alla Cultura di Palazzo Vecchio Giovanni Gozzini ha più entusiasmo: «La Leopolda entro il 2011 sarà un´area completamente nuova, perché non arricchirla con un´offerta culturale importante?». E´ sulla stessa linea Francesco Giambrone, sovrintendente del Maggio musicale: «Decentralizzare i capolavori è un´idea molto intelligente e tanto più intelligente è creare un tessuto culturale artistico proprio dove sorgerà il nuovo teatro del Maggio». E il presidente della commissione cultura di Palazzo Vecchio Dario Nardella raccomanda di non aprire inutili polemiche: «Si raccolga, per quanto possibile, il senso costruttivo di questa proposta, che suscita interesse soprattutto per la parte in cui pone al centro il problema di una gestione dei flussi turistici meno congestionante per il centro storico di Firenze. Non si tratta di mandare a casa i visitatori ma di proporre un´offerta turistico-culturale più articolata nel territorio fiorentino».
Ma non la pensano affatto così funzionari della soprintendenza, storici dell´arte e direttori di musei. In primis Franca Falletti, direttrice della Galleria che è la "casa" del David: «Deve rimanere nella Tribuna che gli è stata costruita intorno, quello è il suo contesto, a pochi passi dall´Opera del Duomo dove è stato scolpito e da Piazza Signoria dove fu collocato. Capisco la necessità di creare altri poli di attrazione turistica a Firenze ma facciamolo con l´arte contemporanea». Dello stesso parere il direttore regionale dei Beni culturali Mario Lolli Ghetti: «La collocazione del David accanto ai Prigioni è storica, impensabile fare un passo indietro». Il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci sbotta: «E´ una realtà storica importante e splendente che non va toccata». Il critico Achille Bonito Oliva è perentorio: «Sarebbe un errore sottrarlo alla sua dimora, una beffa bella e buona». Cristina Acidini, soprintendente del Polo museale fiorentino boccia Cocchi: «Il David non si sposta per rilanciare un´area della città. Il suo trasferimento non può essere oggetto di una proposta estemporanea». Il trasferimento della statua è un´idea "antistorica" secondo Carlo Sisi, ex direttore della Galleria d´arte moderna di Pitti, «perché la Tribuna fu edificata per il David». Lo stesso dice Paola Grifoni, soprintendente ai monumenti: «Sono assolutamente contraria. Basta usare il passato, è segno che non siamo in grado di sviluppare il nostro futuro». James Bradburne, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi sostiene che «per il sovraffollamento turistico serve un piano strategico». Ecco il tema da discutere, precisa il direttore del l´Istituto e Museo di storia della Scienza Paolo Galluzzi: «E´ positivo tornare a ragionare sull´opportunità di distribuire in modo diffuso grandi segnali del patrimonio culturale». E se il presidente di Aia Federalberghi Paolo Giacalone ritiene che «spostare pezzi di città non serva a nulla se non ci sono vere alternative turistiche al centro storico», il presidente nazionale di Assotravel di Confindustria Andrea Giannetti dice sì allo spostamento «purché il David sia messo in un posto comodo per arrivarci».
Nell´aula del consiglio regionale il capogruppo di An Maurizio Bianconi domanda sbigottito «come mai prima di formulare una proposta del genere Cocchi non abbia sentito il bisogno di interpellare la soprintendenza». Il senatore di Forza Italia Paolo Amato, che si era incatenato alla porta degli Uffizi per protestare contro il trasloco in Giappone dell´Annunciazione di Leonardo, è scatenato: «Il David rimanga dov´è. Dove alloggia in piena sicurezza ed è ammirato da più di un milione di turisti ogni anno. La proposta di Cocchi è un´idea bizzarra, da rigettare, che mi auguro non abbia alcun seguito. Traslocare il capolavoro di Michelangelo non è altro che un´operazione promozionale a sfondo immobiliare, con il solo scopo di impreziosire il progetto del nuovo Auditorium del Maggio Musicale».

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