(Diregiovani) "Ho fiducia in me stesso, sono sicuro che farò le cose giuste". Tanta grinta nel raduno della Nazionale di rugby iniziato ieri all'Acqua Acetosa in vista del Sei Nazioni, lo sguardo alto e l'orgoglio di chi sente un carico sulle spalle. Ma le sue sono spalle larghe e pronte a sostenere tutto il peso del suo ruolo. Sergio Parisse, da venerdì scorso capitano degli azzurri, non vede l'ora di essere in campo. Ma prima c'è ancora tempo per gustarsi l'emozione di quella che è una tappa fondamentale nella sua vita, oltre che nella carriera. "Essere stato nominato capitano è un grande onore, sento la responsabilità di un ruolo così importante ma farò di tutto per dimostrare che me lo sono meritato e che ho tutte le carte in regola. Ero in macchina quando mi hanno chiamato Mallett e Checchinato per comunicarmi la decisione dell'allenatore: è stata una gioia immensa per me - continua il terza linea dello Stade Francais - sono rimasto senza parole, sapevo che c'era una possibilità, ma non credevo che sarebbe toccata proprio a me. Poi ho chiamato subito la mia famiglia. Mio padre si è emozionato... Lo capisco, penso che anch'io se avessi un figlio che gioca a rugby come me e diventa capitano della Nazionale, sarei orgoglioso". Dopo l'emozione, il primo impatto con la squadra. "Sono stato accolto benissimo da tutti, anche da Bortolami".
Già, proprio il capitano che Parisse andrà a sostituire in campo. "Per lui non era facile e sono rimasto sorpreso dalla sua reazione, è un grandissimo uomo e l'ha dimostrato anche in questa occasione. Non è stata una "degradazione" per lui, è stata solo una scelta non dettata da motivi particolari e lui resta comunque un leader in questa squadra. Per me non cambia niente ma cercherò di prendere decisioni giuste in campo e fuori, con i compagni". Però quello con Bortolami è stato un incontro particolare. "Con Marco ci siamo incrociati all'aeroporto di Londra... E' normale che sia dispiaciuto però ha sempre dimostrato un grande carattere. Spero di seguire i suoi passi e sono sicuro che avrò il suo appoggio. Cosa significa la decisione di affidare a me questo ruolo? Credo che si apra un ciclo: un nuovo allenatore vuole scegliere un nuovo capitano per chiudere con il passato e cominciare il proprio lavoro. Sicuramente è un momento delicato e un passo importante, anche perchè Nick sta introducendo molte novità come l'ingresso nel gruppo di tanti giovani di talento".
Per lui, che è stato capitano della under 21 della Benetton Treviso e poi vice della Nazionale under 21 insieme a Simon Picone, si tratta di una responsabilità. Ma i modelli ai quali ispirarsi non mancano: a Parisse si accende il sorriso quando parla di Alessandro Troncon. "L'ho conosciuto a Treviso quando avevo 18 anni, mi ha aiutato molto e mi ha dato grande fiducia. Per un numero 8 come me è stato bellissimo avere accanto un giocatore con la sua esperienza. Ma anche Marco è stato importante per la mia crescita, visto che è stato un capitano giovane come lo sono io adesso". Ma se dovesse "rubare" una qualità a ciascuno dei due, cosa sceglierebbe per la sua nuova avventura? "Di Alessandro vorrei la grinta, il modo di parlare e di caricare i compagni prima di una partita, mentre di Marco vorrei avere la determinazione e la freddezza nelle decisioni in campo".
E la prima occasione utile per dimostrare tutto questo sarà il prossimo 2 febbraio, nella partita d'esordio del Sei Nazioni, a Dublino contro l'Irlanda. "Per quanto mi riguarda, l'emozione sarà la stessa di tutte le altre partite: daro' il 100%. Però ci saranno decisioni da prendere e spero di non sbagliare". Anche perchè con l'Irlanda c'è ancora un conto aperto, eredità della sconfitta subita nell'ultimo incontro di preparazione ai Mondiali, il 24 agosto a Belfast. "Non meritavamo di perdere in quel modo, con quelle decisioni arbitrali discutibili - dice Parisse -. Quindi adesso abbiamo grande voglia di rivincita, ma penso che sarà una partita difficile perchè anche loro hanno voglia di riscattarsi dopo un Mondiale sottotono".
Una prima impressione sulle dinamiche di gioco introdotte da Mallett? "Il gioco di Nick è molto semplice e adatto a noi. Avrò tempo per discutere con lui ma ho già capito che è un uomo con le idee molto chiare, come si è visto nella decisione di dare spazio ai giovani. Penso che le cose andranno bene, abbiamo voglia di scrivere un rugby più bello dopo la delusione dei Mondiali".
Il video Ansa
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