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martedì 22 gennaio 2008

Una dichiarazione stupefacente. Pecoraro: mi sarei sacrificato per salvare il governo.

L'intervista Il ministro verde sotto accusa: è tutta colpa di Walter che si è fidato di Silvio.


(Monica Guerzoni - Corriere della Sera) «Mastella fa un errore gravissimo a far saltare un'alleanza che ha risanato i conti pubblici».
Eppure dovrebbe ringraziarlo, l'ex Guardasigilli.
«E perché mai? Il governo non sarebbe caduto sul mio nome».
Ne è sicuro? Dini avrebbe votato sì alla sfiducia contro di lei. E Prodi sarebbe comunque andato a casa.
«Non per causa mia. Se non avessi avuto il sostegno di tutta l'Unione, i Verdi sarebbero usciti dal governo».
Mastella l'ha bruciata sul tempo. Mentre lei minacciava la crisi, il leader dell'Udeur l'ha fatta.
«Noi abbiamo ipotizzato che i Verdi potessero ritirarsi dal governo, ma non avremmo mai fatto mancare l'appoggio al premier e al programma».
Mastella ha ricordato che lui si è dimesso, mentre lei...
«Non è stato molto carino nei miei confronti, però ho attribuito la sua esasperazione alla difficile situazione personale. Persino Rotondi, campano ma di centrodestra, ha riconosciuto che io non ho responsabilità alcuna sui rifiuti e che la mozione di sfiducia serviva solo a far saltare Prodi».
Invece lo hanno fatto saltare i suoi. Di chi è la colpa?
«Sarò un inguaribile prodiano, ma confido fino all'ultimo nella possibilità che Mastella ci ripensi. Siamo andati alle elezioni con un nome e un programma e non possiamo interrompere il risanamento, magari per motivi di rabbia. Sarebbe masochismo puro consegnare l'Italia a Berlusconi».
Davvero crede che Mastella possa ripensarci?
«Se c'è ancora spazio per ricostruire una solidarietà della coalizione lo si faccia fino all'ultimo minuto. L'uscita di Mastella è molto grave però era prevedibile, vista l'opposizione dell'Udeur alla bozza Bianco».
E' stato Veltroni a spingere per la riforma.
«Prestar fede a Berlusconi è stato un errore. Sono sorpreso di come tutti abbiano potuto inanellare tanti errori e consentire il rilancio di Berlusconi, che a novembre aveva rotto con gli alleati ed era in piena crisi. Forza Italia ha finto di parlare col Pd, ma stava preparando una trappola».
E Veltroni ha abboccato?
«Non so se solo lui, di certo chi in questi anni ha creduto alla buonafede di Berlusconi ha poi dovuto prendere atto che l'ex premier è furbo. Non dimentichiamoci che quando Veltroni ha detto "corro da solo", Berlusconi ha replicato "voglio l'alleanza massima con tutti i partiti della Cdl"».
Sospetta che Veltroni abbia cercato il confronto per far cadere Prodi?
«Non penso ci sia stata malafede, né una strategia. Si è trattato, purtroppo, della ennesima sottovalutazione della spregiudicatezza di Berlusconi».
E lei, ha la coscienza a posto?
«Ho fatto tutto in modo onesto e con lealtà. So di essermi fatto molti nemici in un Paese allergico alla applicazione delle leggi. Se ho un rimpianto? Le mie norme per far arrestare gli ecomafiosi non sono diventate legge».

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