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martedì 22 gennaio 2008

Una società eticamente omofobica. Capitalismo e sessualità.

(Cronache di Agharta) Credo che la società, nei confronti dei gay abbia sempre e continui ancora oggi ad usare una doppia morale che è: eticamente omofobica, cioè condanna l’omosessualità come “amore nichilista e imperfetto” come sostiene Benedetto XVI al secolo Ratzinger, ed economicamente omofilica, nel senso che con i gay si fanno affari d’oro. E’ notoriamente risaputo da tempo che i maschi gay, per la loro condizione sociale sono in genere un soggetto appetibile per moltissime società commerciali a cominciare da quelle che si occupano di viaggi fino a quelle che si occupano di produzione voluttuaria in senso lato.

Solitamente il target gay standard è quello di una persona con un buon lavoro, una cultura superiore alla media, buona disponibilità al tempo libero. Naturalmente però non mi sento di generalizzare conosco molti gay che sono poveracci, poco colti e e morti di fame con situazione socio economiche disastrate e con i tempi che attraversiamo quest’altra dimensione della condizione omosessuale si va sempre più diffondendo. Ora si apprende che le banche asiatiche preferiscono assumere persone omosessuali rispetto che persone eterosessuali, perché le prime, proprio perché non vincolate dalla riproduttività e dunque dai doveri verso la famiglia, sarebbero più propense alla produttività, intesa come massimizzazione degli utili aziendali. Il mio punto di vista in merito è che al capitalismo ( termine caduto in disuso troppo presto) non importi molto l’orientamento sessuale e la sua pratica, importa invece avere braccia da lavoro, corpi per il lavoro, vite per il lavoro e questa regola è estesa a tutti. Le persone omosessuali diventano un soggetto di osservazione solo perché in alcune società – poche per la verità – il diritto alla scelta e alla pratica del proprio orientamento sessuale è salvaguardato da leggi ed articoli costituzionali.

In tutte le altre, quelle asiatiche, la cinese per esempio - ma anche in molti stati del nord America e ed in alcuni paesi delle ex repubbliche socialiste, Russia in testa vale un’unica morale: quella repressiva e basta senza neanche più l’ipocrisia vaticana della tolleranza della persona ma non della pratica. In ultima analisi io credo che per il capitalismo maturo siamo considerati tutti degli Iloti ( come a Sparta), solo che, rimanendo intatte le differenze di classe ( anche questo termine caduto troppo preso in disuso) , ci sono gay delle classi alte che non risentono di nessun condizionamento , si sposano vivono in ville a Malibù e se ne strafregano della doppia morale o del giudizio del Papa , mi vengono in mente Elton Jhon e il suo compagno, Valentino e Giammetti, Dolce & Gabbana e altri che magari fanno i gommisti o i meccanici, ma anche gli impiegati e che subiscono pesanti condizionamenti sociali o economici che ne compromettono lo stile e la qualità della vita, anche se, rispetto al lavoro credo che le condizioni – per le persone omosessuali non agiate – siano anche più insopportabili. Dunque le banche asiatiche hanno solo ottimizzato il rendimento delle” risorse umane” e la riflessione che hanno fatto sulla maggiore disponibilità delle persone omosessuali e quindi sulla loro selezione la faccio rientrare tutta nella categoria dello sfruttamento capitalistico delle persone che oggi è peggiore di quello praticato nella Londra dickensiana anche se sembra esattamente il contrario, solo perché nessuno si cura più di farlo notare.

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