(Sfera pubblica) L’insoddisfazione per l’attuale classe politica può tramutarsi in una micidiale protesta, in prospettiva elettorale: l’astensionismo. Le intenzioni di voto, almeno allo stato attuale, segnano un totale disinteresse verso la politica, diretta conseguenza della sfiducia verso la classe dirigente. Secondo alcuni rilevamenti del gennaio 2008, infatti, oltre il 40% degli elettori potrebbe disertare le urne: un dato emblematico del malcontento popolare, che comunque mescola gli “astensionisti volontari” con gli “astensionisti apatici".
Mobilitazione. Il sondaggio è stata effettuato in una fase di forte disillusione: l’emergenza rifiuti, lo scoppio di polemiche politiche, il clima di contrapposizione tra laici e cattolici risultano fattori indigesti ai cittadini alle prese con problemi quotidiani sempre più complessi. Una campagna elettorale intensa, tuttavia, può mobilitare gli elettori che, attualmente, per protesta verso la classe politica hanno annunciato la volontà di astensione. Un’eventuale bassa affluenza alle urne, però, sarebbe il definitivo segnale di scollamento tra cittadini e politica.
Swing voters. Gli swing voters, gli elettori fluttuanti, sono decisivi nelle competizioni elettorali delle maggiori democrazie occidentali e inoltre complicano la vita dei sondaggisti, scegliendo solo all’ultimo momento a quale partito (o candidato) assegnare la preferenza. Le strategie comunicative delle più recenti campagne erano incentrate sulla scuotimento degli swing voters, tendenzialmente “pigri” verso la competizione. Tuttavia, visto lo scenario di forte astensionismo, gli stili di comunicazione degli attori politici dovranno mirare anche alla mobilitazione degli elettori con convinzioni ideologiche, ora delusi dalla situazione politica.
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