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giovedì 24 gennaio 2008

Una chiesa ultraconservatrice. Polemiche senza fine sul rapporto Chiesa-Stato. Secondo i cattolici la famiglia è sotto attacco, il dibattito prosegue.

(Padre John Flynn, LC - Zenit.org) Lo scorso anno le questioni relative alla famiglia hanno sollevato accesi dibattiti in diversi Paesi. L’anno appena iniziato vedrà con ogni probabilità proseguire le polemiche su temi come la legislazione sul divorzio, le unioni omosessuali e il sostegno pubblico - o meglio la sua carenza - alle coppie sposate.

Il matrimonio e la famiglia sono un tema spesso ripreso da Benedeto XVI sin dalla sua elezione, e anche il recente periodo natalizio ha visto proseguire questo schema. Durante il suo messaggio per l’Angelus del 30 dicembre, la festa liturgica della Santa Famiglia, il Pontefice ha ricordato le parole del Papa Giovanni Paolo II, secondo cui il bene della persona e della società è strettamente legato allo stato di salute della famiglia.

La Chiesa “la Chiesa è impegnata a difendere e promuovere ‘la dignità naturale e l’altissimo valore sacro’ del matrimonio e della famiglia”, ha affermato Benedetto XVI citando il documento del Concilio Vaticano II “Gaudium et Spes”.

Il Papa si è anche rivolto, per la prima volta, direttamente ai partecipanti ad un incontro che si è svolto in quel giorno nella capitale spagnola, Madrid. Nella sua lettera del 12 dicembre, con la quale convocava l’incontro, l’Arcivescovo di Madrid, il Cardinal Antonio Rouco Varela, ha avvertito che la famiglia, sia in Spagna che in Europa, si trova fortemente minacciata.

Il Santo Padre ha sottolineato la bellezza dell’amore umano presente nel matrimonio e nella famiglia. “Vale la pena adoperarsi per la famiglia e il matrimonio perché vale la pena adoperarsi per l'essere umano, l'essere più prezioso creato da Dio”, ha affermato.

L’incontro è stato programmato per i fedeli dell’Arcidiocesi di Madrid, ma ad esso hanno partecipato anche circa 40 Vescovi della Spagna, oltre a numerose famiglie delle zone circostanti. Gli organizzatori hanno riportato la partecipazione totale di circa 2 milioni di persone, durante le attività giornaliere. Altri hanno stimato un’affluenza varia fra un milione e un milione e mezzo.

La Spagna è stata al centro di aspri contrasti sulle politiche per la famiglia durante l’ultimo mandato del Governo socialista. La decisione di legalizzare le unioni omosessuali e di velocizzare le procedure per il divorzio ha portato a forti proteste da parte della Chiesa e delle organizzazioni per la famiglia. Con le elezioni politiche programmate per marzo, l'agenda politica sulla famiglia continuerà ad essere al centro dell’attenzione.

Nella sua omelia pronunciata durante l’incontro, il Cardinale Rouco Varela ha affermato che le normative si pongono in contrasto con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che all’articolo 16 statuisce: “La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato”.

Un altro ecosistema
Un altro Paese in cui le questioni relative alla famiglia sono oggetto di aspri dibattiti è la Gran Bretagna. Nella sua lettera pastorale per la festa della Santa Famiglia, il Cardinale Cormac Murphy-O'Connor ha osservato che mentre la necessità di preservare l’ecosistema naturale è ormai acquisita, meno attenzione viene riservata alla necessità di preservare l’ecosistema della famiglia, che è invece essenziale per la società e l’umanità.

“Il terreno più fecondo di ogni parrocchia deve essere quello del luogo domestico”, ha affermato l’Arcivescovo di Westminster. Egli ha quindi fatto appello ai genitori perché facciano spazio a Dio nelle proprie case e insegnino ai loro figli a pregare. Egli ha anche auspicato una partnership tra famiglie, scuole e comunità parrocchiali.

Con un chiaro riferimento ai dibattiti attuali, il presule ha anche affermato che la maggior parte dei genitori “non vuole che ai suoi figli venga insegnato che il matrimonio costituisce solo una delle scelte di vita fra molte altre”.

L’opposizione della Chiesa ai cambiamenti nel diritto familiare di un certo numero di Paesi ha portato alcuni ad accusare i Vescovi di eccessiva intromissione nella politica nazionale. Ciò nonostante, è di tutta evidenza che le iniziative legislative degli ultimi anni hanno notevolmente indebolito il matrimonio e la famiglia, e che proprio per questo la Chiesa si è sentita in dovere di intervenire nel dibattito.

Uno stutio pubblicato nel luglio scorso da una organizzazione non profit americana, l’Institute for Marriage and Public Policy, prende in esame il rapporto fra il tasso dei fallimenti matrimoniali e l’introduzione del divorzio unilaterale senza colpa (“no-fault divorce”, per intollerabilità della convivenza).

Il documento, dal titolo “Does Divorce Law Affect the Divorce Rate?: A Review of Empirical Research, 1995-2006”, scritto da Douglas W. Allen e Maggie Gallagher, afferma che secondo 17 recenti studi su 24, l’introduzione di normative sul divorzio unilaterale senza colpa ha aumentato il tasso di divorzio. La stima più diffusa è che questo tipo di divorzio ha aumentato il numero dei divorzi di circa il 10%.

Lo studio sottolinea subito che i divorzi sono causati da molti fattori e che pertanto le modifiche legislative non rappresentano certamente l’unica causa del loro aumento di numero. Allo stesso tempo, gli autori sostengono che “l’idea che le leggi sulla famiglia non abbiano un effetto diretto sulla realtà familiare è difficile da conciliare sia con la teoria economica sia con la ricerca empirica”.

Allen e Gallagher spiegano che oggi la legge non è più una forza positiva che rafforza l’istituto matrimoniale, pertanto molte coppie rimandano il matrimonio o lo scartano del tutto. Altre sono indotte ad affrettare la decisione di sposarsi, forti della consapevolezza che se le cose vanno male è facile ricorrere al divorzio.

Tendenze preoccupanti
La fondatezza delle preoccupazioni della Chiesa sullo stato della famiglia è confermata anche da recenti dati. Il tasso di natalità, negli Stati Uniti, fra le donne non sposate, nel 2006 è aumentato, secondo un rapporto dell’ente nazionale Centers for Disease Control and Prevention.

Il 5 dicembre, la Reuters ha affermato che il rapporto dimostra un aumento del 3% nelle nascite da ragazze di età fra i 15 e i 19 anni, ponendo così fine ad un periodo di 14 anni in cui la natalità fra le adolescenti era diminuita. Nell’insieme, le nascite da donne non sposate ammontano al 38,5% del totale delle nascite negli Stati Uniti nel 2006, con un aumento rispetto al 36,9% dell’anno precedente.

La famiglia si trova in difficoltà anche in Germania, secondo quanto riportato dalla Deutsche Welle il 29 novembre. Uno dei problemi è quello del calo della natalità. Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio statistico federale, il numero delle famiglie con almeno un figlio sotto i 18 anni è crollato del 7% tra il 1996 e il 2006, raggiungendo gli 8,8 milioni.

Un altro grande cambiamento degli ultimi 10 anni è l’aumento del 30% nel numero dei genitori single e non sposati, che ha raggiunto i 2,3 milioni.

Anche il numero dei bambini per famiglia risulta in calo, con la tendenza alla formazione di famiglie piccole che non dà segni di cedimento, secondo la Deutsche Welle. Poco più della metà delle famiglie ha un figlio solo, mentre il 36% ne ha 2 e solo l’11% ha tre o più figli. La famiglia media tedesca ha oggi 1,61 figli.

In Irlanda, l’Irish Times ha riferito il 28 novembre che il numero dei genitori singoli è aumentato di quasi il 40% in soli quattro anni. L’informazione proviene da un’analisi sui dati pubblicati dal Central Statistics Office. Dalle statistiche del censimento del 2006 risulta un totale di 112.900 famiglie con un unico genitore, rispetto al totale di 81.600 del 2002. I genitori singoli rappresentano oggi circa il 12% delle famiglie irlandesi.

Pietra angolare
La famiglia è “la prima e vitale cellula della società”, ha affermato Benedetto XVI nel suo messaggio del 1° gennaio per la Giornata mondiale della pace. Una sana vita familiare contribuisce in molti modi a promuovere la pace, ha sostenuto il Pontefice.

La vita familiare ci insegna i valori della giustizia e dell’amore fra fratelli e sorelle, il ruolo dell’autorità rappresentata dai genitori, l’amore per chi è in stato di bisogno a causa di malattie o di vecchiaia, e l’importanza dell’aiuto solidale nel far fronte alle necessità della vita, ha affermato. La famiglia “è la prima e insostituibile educatrice alla pace”, prosegue il messaggio (n. 3).

“Pertanto, chi anche inconsapevolmente osteggia l'istituto familiare rende fragile la pace nell'intera comunità, nazionale e internazionale, perché indebolisce quella che, di fatto, è la principale ‘agenzia’ di pace”, ha avvertito il Papa (n. 5). Un chiaro messaggio da cui si desume che la Chiesa continuerà a porre la famiglia fra le sue massime priorità.

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