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domenica 13 gennaio 2008

Bassolino. Anzichè cacciato, premiato. Candidato alle europee 2009. Così il Pd libererà la Campania dal governatore.

(Massimo Ciccarello - è costiera) “Se n'adda i'”. Le urla dei napoletani contro Antonio Bassolino sembrano siano arrivate ai piani alti della politica romana.

La dirigenza nazionale del Partito democratico avrebbe chiesto al presidente della Campania di restare in carica giusto il tempo necessario a salvare la faccia ed uscire dall'emergenza rifiuti. In cambio di una sua rinuncia alla presidenza della Regione gli sarebbe stata offerta per il prossimo anno una candidatura al Parlamento europeo. Ne ha dato notizia Europa, il quotidiano dell'ex Margherita, in un articolo apparso il 10 gennaio e titolato significativamente "Bassolino, il tempo di andare a Strasburgo".

"Immagine troppo logora: per il Pd il governatore deve passare la mano" recita il sommario del pezzo, firmato da Gianni Del Vecchio, nel quale si parla di una decisione che "sembra ormai essere stata presa al loft". "Il governatore ormai non è più difendibile - scrive l'articolista - troppo evidenti le sue colpe, troppo logora l'immagine sua e dei suoi uomini. Non più adatta insomma per interpretare la carica di novità che si addice ad un partito appena nato".

Ovviamente non ci sono nè resoconti nè dichiarazioni ufficiali su questo "processo" a colui che l'elettorato campano, e non solo, considera artefice principale del disastro spazzatura. E' quindi sempre possibile che, una volta superata la buriana, faccia comodo a tutti mantenere in vita l'amministrazione Bassolino. Anche perchè potrebbe non solo aprirsi una guerra intestina per la sua successione in Campania, ma pure sorgere il problema di fronteggiare le sue pretese di visibilità nazionale.

Però è significativo che ne abbia parlato il giornale la cui testata porta la dicitura "nel Partito Democratico". E' la prova evidente che persino per i suoi referenti romani l'ex "compagno" del Pci è diventato una compagnia scottante, politicamente giunto al capolinea.

I leader del Pd cominciano a guardare oltre. Si discetta sulle chance del ministro Luigi Nicolais, ci si pone la questione delle aspirazioni del sindaco salernitano Vincenzo De Luca, si affronta il problema del patto di alternanza siglato con Ciriaco De Mita. E se nella discussione occorre riferirsi a Bassolino, i verbi vengono tutti declinati al passato.

Tuttavia se quella del governatore diventa un'agonia politica troppo lunga, può risultare molto dannosa a una regione già in grande difficoltà. Senza nemmeno poter contare su una solidarietà di facciata dai vertici del partito e dal governo, il presidente della Campania è isolato tanto a Roma quanto in Campania. Il che significa che quanto prima cominceranno a chiudersi i rubinetti dei finanziamenti, a cominciare da quelli europei.

L'amministrazione Bassolino riusciva a drenare fondi pubblici perchè questi venivano pompati all'interno di un meccanismo rodato, nel quale ogni sotto-apparato aveva accesso agli stanziamenti in maniera più o meno proporzionale al potere esercitato nel territorio. Il flusso di denaro pubblico distribuito in mille rivoli secondo un metodo scientifico, "ritornava" sotto forma di consenso verso il vertice del sistema. Ma se questo vertice adesso avanza verso la sua inevitabile scomparsa dalla scena, finquando non ce ne sarà uno nuovo che faccia da riferimento i grandi finanziamenti saranno giocoforza orientati verso destinazioni politicamente più affidabili, ed elettoralmente "remunerative".
Solo un rapido crepuscolo di Bassolino può evitare alla Campania una lunga nottata.

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