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domenica 13 gennaio 2008

Speciale Milano moda e modelli. Ferrè, esordio pacato e chic con lo svedese Lars Nilsson.

(Ansa) Oggi Lars Nilsson (nella foto) ha debuttato da Ferré con la collezione maschile: un esordio soft ma deciso, apparentemente freddo, ma in realtà calibrato con estrema cura in tre mesi di approccio, certo non facile, a quel complesso e monumentale mondo architettonico che è stata la moda del grande Gianfranco.

Lo svedese è un quarantunenne che non fa fatica a essere rigoroso e razionale ma che non ha neppure il problema di nascondere tensione ed emozione. Ha scelto, supportato da un importante nuovo team che il gruppo gli ha messo intorno (dal neo-amministratore delegato Michela Piva alla pierre Noona Smith-Petersen, dal set designer Michael Howells alle due figure creative, ovvero Fabien Baron e Karl Templer), di evitare la formula classica della sfilata e di ambientare la sua prima collezione in un allestimento che richiama l'abitazione di un uomo moderno e colto (tanta libreria e bei mobili decò) più interessato allo stile che al trend. In questo studiato contesto, che evita la spettacolarità ma mantiene alto il tono, Lars Nilsson ha dimostrato di muoversi con decisione e misura: nato a Stoccolma, a 18 anni è andato a Parigi dove ha continuato a studiare moda e ha iniziato a lavorare con Christian Lacroix. Dopo 9 anni è passato con John Galliano da Dior quindi è approdato a New York, prima da Ralph Lauren e poi soprattutto da Bill Blass. Infine, di nuovo a Parigi, alla direzione della maison Nina Ricci. Nel raccontarlo, lo stilista non si sofferma troppo sul proprio curriculum, consapevole che gli esami non finiscono mai. Non ha conosciuto personalmente Ferré, ma lo ha osservato e studiato - racconta - avendo tra l'altro lavorato in un ambiente, quello di Dior, dove l'architetto di Legnano aveva lasciato il suo segno. Lars appare tranquillo: a chi glielo fa notare sorride e spiega, pacatamente, che da tre mesi lavora accanitamente, che riesce a dormire poche ore per notte, che tra un mese avrà la grande prova della collezione femminile... Intanto, già questa presentazione maschile fa capire che il gruppo Ferré è concentrato sulla valorizzazione del brand, convinto che, ormai, nella moda conti più dello stilista stesso. Inutile quindi insistere troppo chiedendo a Lars quale sia il suo sogno o almeno il suo personaggio di riferimento (pressato, si lascia scappare che gli piace il biondissimo attore inglese Paul Bettany).

Lo stilista preferisce parlare degli abiti, con spalle decostruite e pantaloni asciutti oppure strutturate e geometriche ma accostate a calzoni morbidi. C'é naturalmente un'aria Ferré ma è meno sontuosa, anche i modelli e i manichini sembrano più esili. Inizia una nuova era che non vuole cancellare la prima, ma deve imporsi comunque: più che sull'archivio, Lars ha lavorato sulla percezione del marchio. "Ho sempre usato abito e giacca, mi ci sento a mio agio senza sforzo. Vorrei mostrare questo stile in modo moderno". Nilsson e Michela Piva, in duetto, descrivono i dettagli, parlano del lusso discreto, del vero calzolaio e dell'abile sarto sempre a disposizione dei clienti per il 'su misura'. Indicano la giacca di camoscio a taglio vivo e quella in lana che pesa solo 350 grammi, completamente fatta a mano, un vero lusso discreto. Nell'uso dei materiali, soprattutto del principe di galles, si vede che lo stilista ha cercato con cura di legarsi alla tradizione della maison: il completo in tre pezzi con gilet, completato da dolce vita in cashmere, ha però qualcosa di soffice e di disinvolto, una naturalità più nordica, così come il soprabito Mackintosh e perfino i blazer a doppiopetto. Lo stilista svedese sta imparando l'italiano e già lo capisce un po'. Vivrà a Milano - garantisce - e della città apprezza educatamente molte cose, sottolineando il suo grande valore come centro di una importante realtà produttiva e creativa.

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