E comunque, cari over 75, purtroppo pochi (anzi, pochissimi) di voi potranno usufruire, anche a posteriori, dell’esonero. La normativa (art. 1, comma 132, legge finanziaria 2008) parla di una misura “nel limite massimo di 500.000 euro annui”. Significa che l’esonero può essere concesso a poco meno di cinquemila persone, e questo a fronte di una popolazione over 75, secondo dati Istat, di cinque milioni: giusto l’1%,” dice Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell’Aduc, associazione di consumatori e utenti che da tempo si batte per la totale abolizione del canone “e, visto che entro gennaio il canone va comunque pagato, si tratta di una vera e propria beffa, solo un’occasione per i proponenti per farsi belli”. E come saranno selezionate i quasi cinquemila aventi diritto? magari tramite un “chi arriva prima” come già visto per i permessi di soggiorno agli immigrati?
Il testo della legge, inoltre, restringe ancor di più la cerchia dei fortunati, precisando che il canone è abolito “per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni e con un reddito proprio e del coniuge non superiore complessivamente a euro 516,46 per tredici mensilità, senza conviventi”, ed “esclusivamente per l’apparecchio televisivo ubicato nel luogo di residenza”.
In altre parole gli anziani non devono percepire nulla di più di una sola pensione minima, di quel minimo vitale. Né possono vivere con figli o badanti. “E se sono domiciliati in luogo diverso dalla residenza, o se hanno un computer o un cellulare di nuova generazione (apparecchi non televisivi, ma soggetti comunque alla tassa perché “atti o adattabili’ alla ricezione dei programmi TV) o semplicemente un videocitofono, dovranno continuare a pagare il canone” spiega Donvito.
Chi rientra in questi stringenti parametri alzi la mano…
E allora, tanto vale guardare gli spot Rai, con i giornalisti Bruno Vespa e Maria Luisi Busi, che ricordano di pagare il canone.
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