Sul primo tema, lo scontro è previsto nell’incontro tra i 100 componenti della commissione statuto, ma solo a inizio febbraio ci sarà la battaglia finale, quando verrà licenziato il testo definitivo da sottoporre al voto dell’assemblea costituente (prevista per i primi di marzo). L’ultima bozza, messa a punto dal presidente della commissione Salvatore Vassallo prevede l’elezione del segretario del Pd “entro e non oltre l’ottobre del 2009″. Ma a far arrabbiare le varie correnti, appunto, sono le regole che porteranno al nuovo appuntamento con gli elettori. Quattro sono le questioni principali ancora da sciogliere (la modalità di registrazione dei “sostenitori”, le candidature per le primarie, la composizione dell’Assemblea Nazionale e la selezione dei candidati al Parlamento), come ha spiegato lo stesso Vassallo in una lettera che ha per allegato anche gli emendamenti alternativi proposti dalla corrente Ds-Popolari, da quella di Enrico Letta, da quella di Rosy Bindi e dalla Sinistra per Veltroni. Innanzitutto, la modalità di registrazione dei “sostenitori”, ovvero gli elettori delle primarie: i veltroniani chiedono un albo “aperto”, al quale ci si possa iscrivere anche il giorno delle primarie; ex Ppi e Ds chiedono di chiudere le iscrizioni al massimo 7 giorni prima delle elezioni (come avviene negli Usa).
Ma sono i dalemiani lo spauracchio dei veltroniani (e viceversa). In realtà lo sono da più di un decennio: dalla battaglia dei fax del ‘98 per la segreteria del Pds. Solo che adesso gli uomini vicini al ministro degli Esteri hanno deciso di venire allo scoperto. Il 26 gennaio, un sabato, D’Alema riunisce a Roma una convention sul Partito democratico. L’iniziativa ha una cornice autorevole, è organizzata dalla Fondazione Italianieuropei che quest’anno festeggia il suo decennale. Verranno invitati senza dubbio il segretario Veltroni e il premier Romano Prodi. Ma a suo modo quell’appuntamento vuole trasformarsi in una prova di forza e avrà ben poco di seminariale. Lo staff del titolare della Farnesina sta infatti cercando una sala che possa contenere quasi un migliaio di persone. Tra i quali spiccheranno tutti i dirigenti dalemiani di stretta osservanza: Finocchiaro, Latorre, Violante, Fassino, Bersani. Potrebbe addirittura essere un “processo” al segretario che dal sito www.leftwing.it (indipendente legato però a esponenti dell’area dalemiana con un articolo anonimo e severissimo viene invitato a convocare finalmente il congresso “per sottoporre la sua piattaforma al voto dei delegati”.
Fosse solo per spirito di emulazione, anche i liberal e gli ulivisti di Rosy Bindi e Arturo Parisi chiamano a raduno le truppe per far sentire la loro voce nel Pd. I primi a tenere un’assemblea nazionale sono i “Democratici per davvero”, ossia l’area di Bindi e Parisi nata per sostenere la candidatura del ministro della Famiglia alle primarie del Pd. La data scelta è il 19 gennaio, cioè probabilmente all’indomani del pronunciamento della Corte costituzionale sull’ammissibilità dei referendum elettorali. Non è un caso, perché per gli ulivisti del Pd la legge elettorale preferita da un partito è la cartina al tornasole di come esso si concepisce. Bindi e Parisi rimproverano a Veltroni di intendere la vocazione maggioritaria del Pd come sua autosufficienza; mentre la loro preferenza è per una legge elettorale di tipo maggioritario e non proporzionale.
E anche i Liberal hanno deciso di far sentire la loro voce; il 26 gennaio l’area promossa da Enzo Bianco, Enrico Morando, Franco Bassanini e Valerio Zanone si radunerà a Roma, in un convegno a cui interverrà anche Walter Veltroni. Infatti, uno degli obiettivi è ribadire il sostegno al segretario del Pd proprio in un momento in cui l’organizzazione delle correnti interne sembra indebolirlo. I Liberal poi vogliono dire la loro anche sul tema della laicità, su cui, ha commentato Zanone, i vertici del Pd finora hanno “peccato di un eccesso di afasia”, lasciando troppo campo libero ai teo dem (altra corrente) Binetti, Bobba e Carra.
Per tutta risposta (istintiva e soprattutto difensiva), di fronte ai segnali che arrivano chiarissimi dalle antiche aree di riferimento della Quercia e della Margherita si stanno organizzando gli uomini vicini al segretario Veltroni (Dario Franceschini, Goffredo Bettini), che terranno una manifestazione a fine febbraio, quando inaugureranno anche la loro sede in via Goito, a Roma. L’annuncio è stato dato dopo una riunione tra Dario Franceschini e Beppe Fioroni (uomo in realtà vicino a Franco Marini). Il segnale è duplice: ribadire, a scanso di equivoci, l’appoggio alla segreteria Veltroni-Franceschini e chiarire che l’area popolare del presidente del Senato è tuttora unita e non ci sono divisioni tra Franceschini e Fioroni.
Il 16 febbraio, poi, anniversario del Protocollo di Kyoto esordirà anche, in un Convegno a Roma, l’Associazione degli eco-dem di Realacci, Vigni, Ronchi e Scalia. L’Associazione è già partita alla chetichella a novembre, mentre a febbraio verranno formalizzate le strutture anche a livello locale.
Calendario alla mano, da qui a fine febbraio sarà un un tourbillon di iniziative di aree politiche ognuna delle quali nega di non voler fare una corrente. Con il paradosso che queste esistono e fanno parte della struttura di un partito, ancora tutto da costruire.
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